A CHE ORA SI ASCOLTA LA RADIO

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A che ora si ascolta la radio?

Pubblicato da  Arteventi news il  17 Maggio 2020Categorie Tags 

Nel 1930, a pochi anni dall’avvio delle radio trasmissioni ufficiali, l’elemento tecnico e la composizione del palinsesto non erano gli unici problemi per gli addetti dell’emittente.

Altro aspetto importante era come distribuire i programmi durante l’arco della giornata. Tutti i radio conferenzieri andavano a caccia dell’ora migliore in cui ritenevano che fosse all’ascolto una maggiore quantità di pubblico possibile, che pendesse da quanto usciva dall’altoparlante. La “Reich-srundfunck” di Berlino, in merito, ha fatto un’apposita inchiesta.

Si è potuto constatare che da mezzanotte a mezzogiorno l’ascolto non superava i mille radio ascoltatori. Dalle 16 alle 17 era elevato e ancor più elevato nell’ora successiva. Ma il “botto” si faceva dalle 19 alle 22. I tedeschi, ben lungi dall’utilizzare l’analisi a soli fini statistici, sono stati tra i primi a trarne quel vantaggioso spunto che ha portato alla differenziazione delle tariffe pubblicitarie.

Si dava per assodato che dovessero essere pagate dai committenti in ragione alla densità degli uditori. Ciò che oggi può sembrare assolutamente normale non lo era altrettanto negli anni ’30. L’industria radiofonica stava elaborando i primi passi e, diciamolo pure, in modo alquanto incerto. Questa sua mancata determinazione si giustificava con l’assoluta assenza di modelli precedenti e riferimenti ai quali attingere spunti. Tutto era da inventare ma dobbiamo constatare che alla fine le cose sono andate per il giusto verso. Da questo punto di vista forse anche troppo! L’industria radiofonica cominciava a fluire e differenziarsi in vari rivoli: la tecnologia delle attrezzature, i tecnici degli studi, gli artisti dei programmi, i gestori dei palinsesti e la gestione commerciale della pubblicità.

Umberto Alunni