ANNI SETTANTA: NASCE LA RADIO LIBERA GIOCATTOLO

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Gli anni settanta sono stati caratterizzati dal proliferare delle radio libere e dal nuovo ed invidiato mestiere del disk jockey. Dopo un quarto di secolo i papaveri e papere erano ormai rispettivamente appassiti e digerite. Avevamo messo in soffitta anche i primi capelloni ribelli che rispondevano al nome dei Beatles. Era il momento della musica disco, delle dediche amorose, insomma delle radio libere. Il fenomeno coinvolgeva grandi e piccini. I primi ci pensavano da soli, per i più piccoli ci pensò la Mondadori Giochi che, a cavallo tra gli anni 70 e gli 80, produsse e commercializzò una vera e propria emittente radio giocattolo.

Si presentava molto bene, all’interno di una grande scatola colorata. Altro non era che un trasmettitore di modestissima potenza a cui era collegato un piccolo microfono a condensatore. La trasmittente poteva essere tranquillamente intercettata in AM con qualunque apparecchio radio situato nello stesso appartamento e magari anche in quello accanto. C’era anche un mixer di cartone con indicatori di volume a lancetta che si muovevano davvero. Questo trasmettitore che emetteva onde radio addirittura fino a due stanze più in là regalava la straordinaria concretezza di essere, almeno per la durata di una pila, un vero disk jockey. In dotazione nella scatola c’era anche un pannello di controllo (sempre in cellulosa plastificata) con una lunga serie di suggerimenti su come organizzare la propria programmazione per diventare l’idolo radiofonico delle amichette che, nei nostri sogni, avrebbero potuto diventare qualcosa di più. Ho motivo di ritenere che l’idea non ebbe gran seguito. Lo affermo per aver vissuto quel periodo da ragazzo. Non sta a me argomentarne le motivazioni ma, a ben vedere la scatola e l’immagine riportata un’idea me la sono fatta: il ragazzino protagonista assomiglia troppo a Bill Gates e troppo poco a Claudio Cecchetto!

Umberto Alunni

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