COMUNICARE PRIMA DELLA RADIO: TELEGRAFO MORSE – 10MA PUNTATA

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Il telegrafo Morse: comunicare prima della radio-10a parte

Pubblicato da  Arteventi news il  24 Gennaio 202

Dopo la scoperta della pila, a cura di Alessandro Volta, si iniziò a pensare alla possibilità di trasmettere informazioni attraverso fili elettrici. Tra il 1830 e il 1840 Samuel F.B. Morse, professore di disegno all’Università di New York, diede vita al telegrafo elettrico e ad un codice da utilizzare per la trasmissione delle informazioni.

Detto codice, chiamato “Morse” in suo onore, era costituito da punti e da linee che, sapientemente combinati, rappresentavano in modo completo tutti i caratteri dell’alfabeto nonché i numeri e i segni di punteggiatura. Era ulteriormente arricchito da una serie di messaggi abbreviati e convenzionali riconosciuti da ambo le parti (ricevente e trasmittente).

Il telegrafo consentiva di trasmettere via cavo impulsi elettrici, mentre un pennino controllato da un elettromagnete segnava punti e linee su di un rullo di carta in movimento. Attraverso la manipolazione del tasto è possibile aprire e chiudere il circuito elettrico che, eccitando l’elettromagnete (EM), attira il pennino scrivente lasciando un segno sulla carta del nastro in movimento.
Premendo il tasto per un breve intervallo, sulla carta sarà segnato un punto, premendolo per un
tempo più lungo sarà tracciata una linea. Il telegrafo Morse è il più antico fra i sistemi telegrafici elettrici. La prima linea telegrafica Morse è del 1844 tra Washington a Baltimora. Il primo messaggio trasmesso, il 24 maggio 1844, è stato: “What hath Good Wrought” (quali cose ha creato Dio). Nel museo storico P.T. (Poste e Telecomunicazioni) si trova un esemplare di apparecchio Morse di vecchio tipo che, tramite uno stilo, tracciava i segnali a secco. Proviene dallo Stato Pontificio, dove era usato per il servizio fra Roma e Terracina. Fu inaugurato da Papa Pio IX il 13 ottobre 1853. Lo stilo degli apparecchi in questione fu poi sostituito da un sistema scrivente ad inchiostrazione.

Umberto alunni

L’articolo è stato ripreso da GOOGLE NEWS