COMUNICAZIONE SOTTOMARINA AMERICA EUROPA – COMUNICARE PRIMA DELLA RADIO 15MA PARTE

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Comunicazione sottomarina America-Europa. Comunicare prima della radio 15a parte

Pubblicato da  Arteventi news il  28 Febbraio 2021Categorie Tags 

A metà del XIX secolo l’Atlantico costituiva la prossima sfida per l’industria dei cavi telegrafici sottomarini. I problemi tecnici, scientifici, industriali, finanziari e politici posti dalla titanica impresa fecero uscire la scienza elettrica dal piccolo laboratorio artigianale e la portarono nella grande industria. Bisognava attraversare circa 4 mila chilometri di un oceano tempestoso e imprevedibile e deporre un cavo di 2 mila tonnellate a una profondità di 5-6000 metri. Le navi del tempo erano pesanti appena un quarto del cavo. Per superare l’impasse fu necessario lo sviluppo dell’industria cantieristica britannica di metà 1800. Altri detrattori: la salinità dell’acqua, il fondo dell’oceano sconosciuto, la necessità di un isolamento perfetto del cavo, l’attenuazione del segnale sulle lunghe distanze. Dopo una progettazione e prove pratiche, nel 1854 iniziò il progetto di posa. Gli ingegneri avevano costruito un cavo formato da 7 fili di rame ciascuno, rivestito da tre strati di gutta-percha avvolti, a loro volta, in uno strato di canapa, il tutto inserito in una guaina di fili di ferro. Era molto resistente, flessibile e in grado di reggere a diverse tonnellate di trazione.

L’Inghilterra finanziò l’opera mettendo a disposizione le navi, così pure gli USA. La corazzata inglese HMS Agamemnon e la fregata americana USS Niagara diventarono navi posacavi. Era il 5 agosto del 1857, ma il appena il giorno dopo il cavo era già rotto. Fu recuperato e riparato, ma si ruppe di nuovo poco dopo, a circa 3 km di profondità. Le operazioni furono interrotte. Nel 1858 ripresero i lavori. Le due imbarcazioni partirono una dall’Irlanda e una dal Canada per incontrarsi a metà oceano. E lo fecero! Il cavo atlantico fu un importantissimo passo in avanti, ma subito dopo si appalesò pieno di problemi subendo interruzioni per l’usura e le scarse competenze sul corretto voltaggio da utilizzare.

Al termine della guerra di Secessione, il progetto fu rimesso in atto e un nuovo cavo posato. Anche se si ruppe poco dopo non bastò a frenare i lavori. Nel 1866, fu steso un altro cavo e, contemporaneamente, fu ripristinato quello del 1865. Questa volta i cavi ressero. I due continenti erano finalmente connessi.

Umberto Alunni

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