CURIOSANDO SU MARCONI: EUROPA USA UN COLLEGAMENTO CHE DIVIDE

https://arteventinews.it/2024/09/01/curiosando-su-marconi-un-collegamento-che-divide

CURIOSANDO SU MARCONI – UN COLLEGAMENTO CHE DIVIDE

Pubblicato da  Arteventi news il  1 Settembre 2024

Categorie 

Tags 

Si è già parlato del collegamento che Guglielmo Marconi riuscì a realizzare nel dicembre 1901 tra Europa ed America ( https://www.umbertoalunni.it/curiosando-su-marconi-telegrafia-senza-fili-si-ma-niente-di-serio/ ). Il successo, dovuto anche allora sconosciuta  possibilità delle onde elettromagnetiche di superare la curvatura terrestre  ad opera della ionosfera che rimbalzava il segnale, ha comunque aperto la strada ad altre questioni da risolvere.

Prima tra tutte la prova certa che il segnale avesse effettivamente collegato i 3.400 chilometri di distanza. Da allora fa parte della leggenda mettere in dubbio l’esperimento. Non tanto nel senso che l’inventore potrebbe aver simulato il tutto ma nel senso che lui ed i suoi assistenti sarebbero stati in qualche modo ingannati dai disturbi atmosferici.

Questo da parte della comunità scientifica, a cui si aggiunge la diffida delle compagnie che avevano in gestione i cavi di collegamento telegrafico sottomarini che vedevano, ovviamente, attentare il loro monopolio, quel monopolio che avevano raggiunto a suon di investimenti stratosferici.

Sull’argomento sono stati sviluppati notevoli contributi nel corso dei numerosi decenni trascorsi. Di particolare interesse è l’articolo “90 anni dalla prima trasmissione transatlantica” sulla rivista RADIOKIT numero 12 del dicembre 1991. Propone una serie di questioni, il tentativo di individuare la frequenza di rice-trasmissione e la tesi che l’ascolto provenisse da un rimbalzo piuttosto che dal segnale di trasmissione fondamentale. Di particolare interesse è il contributo di Francesco Paresce Marconi, nipote dello scienziato “Guglielmo Marconi: riflessioni personali su un avventuriero italiano” in occasione dei 100 anni dall’evento. Secondo lui “per ironia della sorte fu l’eminente scienziato J A Ratcliffe che, nel 1974 pose fine una volta per tutte alla diatriba. Calcolò con dovizia di particolari quale avrebbe dovuto essere la forza del segnale nelle specifiche circostanze e condizioni dell’esperimento di Marconi. Lo poté fare grazie alle informazioni retrospettive che gli forniva la sua conoscenza degli effetti che la ionosfera ha sulle onde elettromagnetiche della stessa frequenza e potenza emesse allora”. Ratcliffe calibrando i suoi calcoli con i risultati dei test effettuati anni dopo su una nave nel mezzo dell’Atlantico, poté riprodurre la potenza necessaria per la generazione del segnale emesso dall’Inghilterra, un segnale perfettamente udibile sopra i rumori, nell’apparato acustico impiegato nel 1901.

Ogni storia importante solleva polvere. Ciò fino a quando il buon senso prima, e la ragione poi, la fanno posare definitivamente attribuendo i giusti riconoscimenti.

Umberto Alunni

Questo articolo è agganciato a GOOGLE NEWS.