CURIOSANDO SU MARCONI – LO YACHT ELETTRA

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CURIOSANDO SU MARCONI – ELETTRA TRA STORIA E LEGGENDA

Pubblicato da  Arteventi news il  11 Novembre 2024

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Elettra a Viareggio- ph a cura di Umberto Alunni

Elettra è l’amata figlia di Guglielmo Marconi, nata nel 1930. Ha preso il nome dalla nave – laboratorio del grande scienziato. I destini di Guglielmo e la nave Elettra si sono costantemente innervati per il grande amore verso il mare e per una serie di considerazioni tecniche: in alto mare si aveva meno pericolo di essere osservati e il mare, in assenza di ostacoli, poteva essere un privilegiato teatro per gli esperimenti che stava conducendo. Di fatto visse per lungo tempo a bordo non ostacolato dalla seconda moglie, Maria Cristina Bezzi Scali, che sembrava divertirsi nel fare vita marina. L’imbarcazione era lunga 67 metri e larga 8,5, con un pescaggio di 5 metri. I suoi motori a vapore avevano una potenza totale pari a 1000 cavalli ed era in grado di raggiungere una velocità di 12 nodi.

La sua autonomia consentiva di traversare l’Atlantico. Guglielmo scelse l’Elettra per la sua possibilità di ospitare la sua famiglia ed altri trenta collaboratori tra tecnici e personale addetto alla navigazione.  Di fatto l’Elettra era un vero e proprio laboratorio galleggiante. Fu costruita e varata nel 1904 dal cantiere Ramage & Ferguson Ltd. con sede a Leith, nel Regno Unito, su progetto dello studio Cox & King di Londra, per l’Arciduca d’Austria Carlo Stefano. Elettra è il secondo nome dell’imbarcazione. Originariamente si chiamava Rovenska su idea dell’arciduchessa Maria Teresa, moglie di Carlo Stefano, in onore della città omonima a Lussino, isola oggi parte della Croazia. Era utilizzata principalmente per funzioni diplomatiche e di rappresentanza. Nel 1920 iniziò il primo viaggio di Marconi a bordo dell’Elettra, dal Regno Unito all’Italia dopo i lavori di allestimento della nave per le sue funzioni. Durante la prima traversata Marconi fece sentire, per la prima volta a bordo di una nave, la voce del soprano Melba, trasmessa a partire dallo stabilimento della Marconi Wireless Telegraph Company situato a Londra. Ad una vita tanto gloriosa, purtroppo, conseguirà un epilogo triste. Nel 1938, l’anno successivo alla morte di Guglielmo, la Società Marconi Italiana donò allo stato le apparecchiature e gli impianti di bordo, mentre l’imbarcazione fu portata prima a La Spezia e poi a Trieste.

Cinque anni dopo fu requisita dal comando militare tedesco per farle svolgere funzioni militari lungo le coste della Dalmazia. All’inizio del 1944 fu bombardata dagli alleati nei pressi di Zara e si incagliò nel basso fondale al largo della città. Più tardi, nel 1959, anche a seguito di istanze provenienti da più parti, il relitto fu fatto emergere completamente e portato in Italia. Ciò che ne rimase venne smantellato in diverse parti. I suoi resti sono distribuiti in vari musei tra Pontecchio Marconi (BO), Fucino (AQ), La Spezia, Roma, Santa Margherita Ligure (GE), Trieste e Venezia. Un importantissimo pezzo della nostra storia recente è stato frammentato e, nonostante accorati appelli, non si è riusciti a conservarne la memoria.

Umberto Alunni