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CURIOSANDO SU MARCONI – ONDE ELETTROMAGNETICHE SULL’OCEANO
Pubblicato da Umberto Alunni il 8 Settembre 2024
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L’Oceano Atlantico ha messo a dura prova la tenacia di Guglielmo Marconi, così come raccontato in precedenti articoli ( https://arteventinews.it/2024/09/01/curiosando-su-marconi-un-collegamento-che-divide/ e https://www.umbertoalunni.it/curiosando-su-marconi-telegrafia-senza-fili-si-ma-niente-di-serio/ ). Ad un anno dall’audizione dei famosi tre punti in alfabeto Morse, Marconi aveva in mente di consolidare al meglio la sua invenzione. Nel frattempo, tramite l’incrociatore “Carlo Alberto”, aveva compiuto esperimenti di grande interesse e collegamenti forieri di futuri, anzi prossimi, successi. Dall’Inghilterra era giunto al mare del Nord, fino a Kronstadt, in Russia. Poi di nuovo in Inghilterra, a Gibilterra e, attraverso il Mediterraneo, era giunto sulle coste liguri. I risultati ottenuti erano eccellenti. Aveva provato il suo nuovo ricevitore, il detector magnetico, che sostituiva il coherer.
Fu sviluppato proprio nel 1902 dallo stesso Marconi, partendo dagli studi compiuti dal fisico neozelandese Ernest Rutherford. Rimase in uso nelle stazioni radio fino all’avvento delle valvole, nel 1912. Era molto apprezzato nelle navi per l’ottima resistenza alle vibrazioni.
A settembre 1902 partì per il Canada dove l’attendeva un’altra sfida epocale: dimostrare una volta per tutte che l’Europa e l’America si poteva connettere. Con ciò avrebbe spostato la notizia data un anno prima dallo scaffale delle supposizioni a quello delle prove certe. Durante il viaggio Marconi riprese i suoi esperimenti. Nonostante le condizioni atmosferiche molto sfavorevoli i messaggi inviati da Poldhu giunsero a 4000 chilometri di distanza.
Ma andiamo con ordine.
Nella stazione di Table Head ,, Canada, si stavano definendo i lavori della stazione trasmittente: pochi uomini coordinati dall’ing Vyvyan avevano innalzato quattro torri a traliccio di 70 metri. Il generatore all’interno dell’edificio era alimentato da una caldaia a vapore. Marconi ed i suoi assistenti, Kemp e Solari, furono accolti con grande calore. Le condizioni di vita e lavoro erano durissime. Marconi non dormiva quasi mai. Iniziarono gli ascolti ma dalla stazione ricevente inglese non arrivavano conferme di ascolto. I collegamenti di servizio, per verificare se arrivassero o meno i segnali radio per intenderci, avvenivano tramite telegrammi via cavo adottando un codice particolare per evidenziare che non era arrivato alcun segnale, che il segnale era poco intellegibile o che era ricevuto. Tutte le notti riprendevano trasmissioni ed ascolti dopo aver apportato le dovute correzioni agli apparati. Il 28 novembre Poldhu comunicò di aver ricevuto un segnale debole. Il 5 dicembre il segnale risultò intellegibile. Il 14 dicembre il segnale durò due ore. Era presente George Parkin, inviato del Times. Lo stesso giornalista inviò il primo messaggio ufficiale attraverso l’Atlantico e, con il suo articolo, decretò il successo del grande inventore. Tra il 16 e il 17 dicembre 1902 furono inviati due messaggi al re d’Inghilterra ed al re d’Italia. Per un guasto non furono ricevuti e reiterati, questa volta con successo, il 20 dicembre. Il dubbio era fugato e un’altra pietra miliare verso il futuro era stata posata.
Umberto Alunni