Pubblicato da Arteventi news il 7 Febbraio 2019
Gandhi è universalmente conosciuto come uno dei più grandi leader che, per raggiungere i propri scopi, ha utilizzato un’arma non convenzionale: la parola. L’ascetico condottiero non cessava mai di proporre enigmi agli osservatori europei con i suoi comportamenti.
Non ultimo, nel 1935, si segnalava una foto nella quale parlava alla radio. Alla radio? Lui che aveva posto il veto a tutte le modernità, lui che insegnava l’abominazione della civiltà occidentale e di tutte le sue manifestazioni tecnologiche!
Ha solcato l’India in lungo e in largo, predicando il disprezzo per l’Occidente, denunciando come demoniache le più importanti conquiste della scienza: ferrovie, automobili, aeroplani, macchine per l’agricoltura e l’industria, luce elettrica, telegrafo. Perché nel suo contenitore ideale della “indifferenziata” non butta la radiofonia? Il dilemma si scioglie quando si ripensa ai suoi ideali e al suo strumento preferito per diffonderli: la parola.
La radio fornisce una sconfinata potenza ed una incalcolabile portata alla sua arma incruenta. Non a caso settanta anni dopo, esattamente nel 2004, l’immagine di Gandhi venne utilizzata a fini pubblicitari da una primaria Compagnia telefonica italiana.
Gandhi evitò di bandire la radio per necessità di apostolato. In questo, richiamando il rapporto tra mezzi e fine, si correla ad un italiano con il quale non ebbe nulla in comune fuorché il sogno appassionato e vibrante di liberare la propria patria dalla signoria straniera: Niccolò Machiavelli.