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GUGLIELMO MARCONI E L’INCIDENTE SCAMPATO
Pubblicato da Umberto Alunni il 12 Maggio 2024
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Lo stile di vita, condotto ben al di sopra delle righe da grandi personaggi come Guglielmo Marconi, non esclude la possibilità di incappare in situazioni ed incidentalità del tutto normali. Solo per fare un esempio, il rischio di subire incidenti per strada. Gli era già successo nel 1912, quando, nei pressi di La Spezia, un terribile incidente gli fece perdere un occhio (https://arteventinews.it/2019/10/27/guglielmo-marconi-perde-un-occhio/).
Qualche anno dopo (la fonte è un giornale locale e non è rinvenibile la data corretta) si racconta che “di ritorno da Pontecchio – dove si era recato con la sua signora e con la cognata Lady Bathurst, per una visita alla contessa Marconi – il comm. Guglielmo Marconi fu minacciato da un nuovo accidente automobilistico”.
La sua FIAT, che era diretta a Bologna, nei pressi di Casalecchio di Reno, si trovò improvvisamente davanti ad un biroccio (mezzo a due ruote trainato a mano o da un animale) che con lentezza attraversava la strada ostruendovi completamente il passaggio. La macchina di Marconi era guidata dal suo chaffeur e non fece in tempo ad evitare l’impatto.
Il carrettiere, anticipando un costume ancora oggi purtroppo frequentemente agito, si dava alla fuga abbandonando sul posto il suo veicolo molto danneggiato.
La macchina di Marconi, dopo alcuni necessari interventi, poté proseguire lentamente verso Bologna dove giunse alle 17,30 all’Hotel d’Italia. Appena dopo, intorno alle 18, Marconi partì per Milano per procedere verso il Regno Unito. L’articolo conclude in modo particolarmente ossequioso: “giungano all’illustre concittadino sensi del nostro più vivo compiacimento, per il nuovo scampato pericolo”.
La storia, di per sé, non ha nulla di eccezionale ma dalla stessa possiamo trarre alcune conclusioni. Non si prende in considerazione la possibilità che il manovratore del biroccio potesse avere una benché minima ragione. La grandissima notorietà che stava investendo il geniale inventore metteva tutti, Persone, Istituzioni e Media, nella condizione di tenerselo stretto. Ne è un’ampia riprova il tenore estremamente ossequioso, prossimo all’eccessivamente sdolcinato, del giornale locale.
Umberto Alunni