GUGLIELMO MARCONI PERDE UN OCCHIO

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Pubblicato da  Arteventi news il  27 Ottobre 2019

L’anno 1912 è stato un anno in cui Marconi rischio la vita per ben due volte. Ad aprile, per una fortuita coincidenza, non si imbarcò sul Titanic. Appena sei mesi dopo fu vittima di un pauroso incidente stradale. Il 18 ottobre era partito nella mattinata da Coltano (Pisa) diretto a Genova, insieme alla moglie e all’autista. Alle ore 11 l’automobile attraversò inosservata La Spezia e, presa la salita della Foce, si diresse, attraversando la Val di Vara, verso il passo del Bracco. Appena passato l’abitato di Borghetto di Vara, in un punto in cui la strada descrive una “esse” assai accentuata, l’automobile si trovò di fronte un’altra vettura che proveniva da Genova. Le due macchine cozzarono quasi in pieno. In quel momento guidava Guglielmo. La loro automobile era più resistente, una FIAT 50 HP, sfondò la parte anteriore dell’altra e vi si incastrò. I viaggiatori furono sbalzati sulla strada dall’urto. Guglielmo, riportò alcune contusioni al petto e, per la rottura del cristallo di protezione, ebbe una grave ferita all’occhio destro. Malgrado fosse l’ora di pranzo, e tanti borghettini fossero intenti ai lavori dei campi o nei boschi, in molti si prodigarono nel dare i primi soccorsi ai feriti. Dopo i rintocchi della “campana a martello”, usata nei momenti di emergenza, i feriti furono adagiati su scale a pioli adattate a barelle. Così Guglielmo ebbe le prime cure dal medico condotto locale. Successivamente venne trasportato d’urgenza all’ospedale militare marittimo di La Spezia. Le sue condizioni sembrarono peggiorare in serata. Purtroppo non riuscirono a salvargli l’occhio destro. La moglie non ce la fece da sola a presentare a Guglielmo la cruda verità e ricorse all’aiuto del marchese Luigi Solari, suo fidatissimo collaboratore, a cui spettò l’ingrato compito. L’intervento fu sopportato con una serenità d’animo e uno stoicismo incomparabili con la moglie costantemente presente. Anche in quella occasione Guglielmo ne uscì fuori consegnando alla scienza un altro quarto di secolo di sviluppo della radio.