IL PANTELEGRAFO CASELLI: COMUNICARE PRIMA DELLA RADIO 13MA PARTE

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Il pantelegrafo Caselli: comunicare prima della radio -13a parte

Pubblicato da  Arteventi news il  14 Febbraio 2021Categorie Tags 

Pantelegrafo Caselli

Si può ritenere il fax un’invenzione relativamente moderna. Potremmo rimanere colpiti apprendendo che, invece, è stato il frutto dell’ingegno di Giovanni Caselli, un abate vissuto tra il 1815 e il 1891. Prima dei voti aveva studiato fisica a Firenze. Dopo una serie di vicissitudini, nel 1855 l’abate riunì nel suo laboratorio un gran numero di studiosi e scienziati presentando un telegrafo ben diverso da quello “Morse”. Il suo apparato riusciva a trasmettere, in modo autografico, uno scritto, un disegno, un pensiero verso una macchina ricevente lontana, anche a centinaia di chilometri. Pantelegrafo: questo il nome della sua invenzione, intendendo con ciò il telegrafo che scrive tutto (traduzione dal greco: “tutto”, “lontano”, “scrivere”). L’apparecchio era alto circa due metri. Constava di un grande pendolo sospeso ad un castello in ghisa, il cui movimento era scandito e sostenuto dall’attrazione alternativa di due elettromagneti, alimentati da una pila locale. Ciascun apparecchio poteva fungere da trasmittente o ricevente e consentiva di trasmettere sia scritti, sia disegni. Caselli desiderava che la sua invenzione fosse apprezzata negli ambienti italiani che contavano ma così non fu e si stabilì a Parigi. Grazie all’appoggio dell’imperatore Napoleone III, che aveva finanziato parte delle sue ricerche, l’abate poté effettuare le prove e il collaudo nel 1855. Brevettò la sua invenzione nel 1856. Anche in questo caso un italiano è stato costretto a rivolgersi ad altri governi per realizzare una brillantissima invenzione. Lo stesso imperatore francese Napoleone III, dopo aver invano proposto a Caselli di acquisire la cittadinanza francese con la quale poteva dargli l’incarico alle funzioni di ispettore generale e coordinatore dei servizi telegrafici, lo insignì della Legion d’Onore. Nel 1864 una legge francese decretò l’uso del pantelegrafo di Caselli nelle linee telegrafiche nazionali. Il re Vittorio Emanuele II gli concesse le onorificenze dei SS Maurizio e Lazzaro e ordinò l’allestimento di una stazione completa dell’apparecchiatura. Caselli, pur se in ritardo, si sentì gratificato da ciò e partecipò a Firenze alla prima esposizione del Regno d’Italia con alcuni pantelegrafi che vennero fatti funzionare negli spazi della mostra, e che collegarono Firenze e Livorno. Il pantelegrafo fu utilizzato anche in Russia, non per il servizio pubblico, ma per lo scambio di messaggi fra le due residenze imperiali di Pietroburgo e di Mosca. Un’altra pietra sulla strada della comunicazione era stata posta.

Umberto Alunni

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