IL RADIO GALATEO

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Il radio galateo

Pubblicato da  Arteventi news il  7 Giugno 2020

La radio non ha richiamato solo sensibilità tecniche ma anche sociali. Specie nei primi anni il fenomeno, ancora circoscritto ad un’utenza elitaria, evocava stile e comportamenti tali da indurre composizioni di veri e propri decaloghi a cui era opportuno attenersi. Tra i tanti se ne cita uno, tratto da una rivista di Budapest che, già nel 1930, pennellava modi di fare bacchettando gli utenti distratti:

  • offri agli ospiti audizioni solo se richieste;
  • il tuo apparecchio sia già a posto altrimenti può capitarti che dopo mezz’ora di ardue fatiche ancora non si sente niente;
  • controlla prima nel programma le stazioni più opportune da ascoltare;
  • non far funzionare l’apparecchio senza sosta né con volume tale da impedire agli ospiti di parlare e ascoltarsi;
  • non fare il giro del globo terraqueo in ricerche con il tuo apparecchio;
  • non aspettare che i tuoi ospiti ti chiedano di smettere, guarda i loro volti e cerca di interpretare le aspettative;
  • non esigere che i tuoi ospiti ascoltino fino in fondo le trasmissioni;
  • non imporre l’uso delle cuffie ai tuoi ospiti ma specialmente non imporlo alle signore pettinate con ricercatezza;
  • non metterti a disegnare e a spiegare il quadro d’attacco del tuo apparecchio e non tenere conferenze in gergo tecnico sulla teoria degli elettroni;
  • non saltare da una stazione all’altra allo scopo di far sapere agli altri tutto quello che può farti udire il tuo apparecchio;
  • se fra i tuoi ospiti ci sono degli intenditori, evita di spacciarti per profondo conoscitore, puoi farlo invece con dei profani ai quali potrai presentare tre stazioni, sapientemente alternate, per trenta.

Erano tempi in cui le radio costavano un occhio della testa e qualificavano i loro possessori. Questi, oltre che per passare una bella serata, il più delle volte invitavano gli amici a casa per consumare il rito dell’invidia sull’altare della tecnologia radiofonica. L’incenso non era necessario: era sostituito egregiamente dagli sbuffi e dai fumi della stizza dei malcapitati ospiti.

Umberto Alunni