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IL RAGGIO DELLA MORTE – GIULIO ULIVI
Pubblicato da Umberto Alunni il 19 Febbraio 2025
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Il ventesimo secolo è pieno di letteratura che parla del raggio della morte. Con ciò si intendeva uno strumento che, al di là delle conoscenze convenzionali, potesse irradiare una energia distruttiva talmente potente e precisa da far rimpiangere le armi finora conosciute. Questa narrazione non poteva evitare di coinvolgere Guglielmo Marconi. Se ne parlerà, ma prima di lui ci sono state altre figure, presenti nel gran libro dei misteri, che si affiancano al raggio della morte. Si inizierà dalla Toscana, da Giulio Ulivi.
Nato da una famiglia modestissima, nel giugno del 1881, a Borgo San Lorenzo nel Mugello, si trasferì a Firenze. Ulivi sosteneva di aver inventato il raggio della morte: uno strumento per far saltare esplosivi a distanza, far spegnere motori di aerei e veicoli con onde sconosciute, appiccare incendi colossali girando una manovella, fondere corazze con emissioni prodotte in gran segreto. Nel 1913 Ulivi compì vari esperimenti tra Francia ed Inghilterra, meritandosi anche l’endorsement da un personaggio illustre della tecnica radiofonica, Padre Luigi Alfani, direttore dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze. Verso la fine di ottobre, avrebbe fatto saltare mine a distanza, collocate su un vecchio incrociatore leggero ormeggiato davanti alla rada di Portsmouth. Dagli inizi del ‘14 Ulivi era sostenuto da un anziano contrammiraglio della Regia Marina a riposo, Pietro Fornari. Per i suoi esperimenti Ulivi attivava il generatore di infrarossi, che per l’inventore entravano “in risonanza con i metalli”. Regolando la frequenza, a suo dire, la risonanza finiva per generare scintille che facevano detonare gli esplosivi.
Il quotidiano La Stampa evidenziava che, il 23 agosto 1913, il giornale Paris-Midi aveva raccolto le dichiarazioni del capitano di Marina Lefleuve, che due settimane prima aveva partecipato agli esperimenti tentati da Ulivi nel porto di Le Havre. La dichiarazione smontava l’operato dell’Ulivi perché le bombe portate dal dimostratore erano saltate, quelle fornite da Lefleuve no. Ulivi aveva addotto un guasto della macchina.
Nell’intervista il cap. Lefleuve, pur con eleganza, non fece sconti: “Ho esaminato attentamente le scatole metalliche che erano state preparate per le esperienze: esse tradiscono semplicemente la grande immaginazione dell’inventore che è al tempo stesso un ottimo calcolatore. Io non vi svelerò il suo trucco: sono caritatevole ed egli potrà forse ripetere le sue esibizioni sopra una scena di prestidigitazione. Lascio senz’altro le sue combinazioni d’orologeria… al borato di potassio.”
Il clamore ha avuto la massima eco quando, il 18 e il 21 maggio 1914, rispettivamente, i deputati Paolo Bignami e Amedeo Sandrini presentarono alla Camera due interrogazioni con richiesta di risposta scritta ai ministri della Marina, della Guerra e della Pubblica Istruzione. Il tema, naturalmente, era la natura delle affermazioni di Ulivi.
La risposta a Sandrini da parte del sottosegretario alla Marina Augusto Battaglieri per conto del ministro, il 27, fu determinata: il Ministero aveva concordato, con quello della Guerra, di mettere a disposizione di Ulivi strumenti e capacità dell’Istituto Militare di Radiotelegrafia di viale Mazzini, a Roma, che avrebbero consentito “di eseguire esperienze aventi carattere rigorosamente scientifico”. Ulivi aveva risposto di voler continuare per conto suo, coi suoi mezzi e con suo personale.
Provando a tirare le somme, Giulio Ulivi verrà sicuramente ricordato, ma non come scienziato. Tutto quanto da lui affermato e sostenuto sembra infrangersi sugli scogli delle dimostrazioni pratiche durante le quali, la presenza di persone competenti, ne smontava la suggestione e le utilità evocate dal proponente.
Dopo una innumerevole serie di dimostrazioni non andate a buon fine si è ritirato in buon ordine e del suo raggio non si è più parlato. Il suo nome, tuttavia, è stato innervato con altre vicende e pseudo invenzioni, purtroppo non meritevoli di menzione. Morirà nel 1948.
Giulio Ulivi, nato come figlio di due popoli, ben presto ne ebbe solo uno: quello dei delusi e dei raggirati.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla trasmissione sulla web radio AMERIARADIO dello scorso 30 ottobre 2023: https://www.ameriaradio.com/diretta-dentro-e-oltre-la-radio-il-raggio-della-morte/
Umberto Alunni


