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Pubblicato da Laura Filoni il 4 Maggio 2025
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MINIDISCO
Negli anni ’60 il desiderio di ascoltare musica all’aperto ed in piena libertà trovò nell’evoluzione tecnologica il suo più grande alleato. Con quest’ultima era possibile ridurre la dimensione dei supporti ed agevolarne il relativo trasporto. Entrano in scena i giradischi portatili il cui coperchio fungeva anche da altoparlante.
La loro alimentazione, di norma, era combinata tra 220 volt di rete ed una batteria di pile, a dire il vero non propriamente economiche, per un ascolto in maggiore libertà. A seguire avranno un interessante ruolo i mangiadischi. Erano supporti molto più compatti delle fonovaligie che potevano alloggiare dischi e restituire musica non certo di qualità ma comunque accettabile. Questo strumento ebbe una grande diffusione specie tra i giovani e giovanissimi. Sulla scia del suo successo, nel 1970, ci fu il tentativo di lanciare un nuovo formato discografico: dischi piccolissimi da ascoltare con un altrettanto ridotto mangiadischi da passeggio. Era prodotto dalla GEMI e si chiamava Minidix 10 perché i dischi che leggeva avevano solo 10cm di diametro (4″ contro i 7″ dei comuni 45 giri). Era possibile la velocità di 45 e 33 giri. La sperimentazione non ebbe successo e nel giro di due anni non se ne sentì più parlare.
Il Banco di Roma lo utilizzò come gadget per i clienti più importanti, unitamente ad un disco promozionale. Esiste un video su youtube che ne dimostra le funzionalità. Per curiosi e collezionisti è possibile trovarne qualcuno in rete. Il Minidix della Gemi è uno dei tanti progetti non andati a buon fine in quella che potremmo definire la evoluzione tecnologica dei vincenti. Occorre però sottolineare che l’evoluzione stessa, per essere considerata tale, passa anche per sperimentazioni non di successo. Queste, in qualche modo, seppur indirettamente, apportano un interessante contributo e non meritano di essere considerate delle semplici meteore.
Umberto Alunni
