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La radio dentro il Vesuvio
Pubblicato da Arteventi news il 3 Ottobre 2021Categorie Tags
Nel 1935 si è tentato un esperimento radiofonico mai provato fino ad allora: ascoltare la voce del Vesuvio, e ritrasmetterla, inserendo un microfono all’interno del suo cratere. L’audace iniziativa è stata realizzata dall’EIAR e dalla Broadcasting National Company. La radiocronaca, realizzata per l’Italia dal giornalista Francesco Stocchetti, prevista per il giorno 1 luglio, è stata propagata in vari Paesi, tra i quali America, Svizzera, Spagna, Portogallo ed altri ancora. Buona parte del mondo ha potuto ascoltare la voce del nostro Vesuvio e le vivaci descrizioni dei vari radiocronisti. Tra i tanti ricordiamo il prof Brinkmann, che ha descritto l’evento in tedesco e francese, nonché il signor Jordan, in inglese. E’ stato commentato in ben due numeri del Radiocorriere, impreziositi da altrettanti book fotografici.
Lo stesso Stocchetti, ad evento avvenuto, in uno dei due articoli ricordava le fasi salienti, evidenziando le difficoltà incontrate. Dobbiamo ricordare che all’epoca il Vesuvio era attivo. Nella radiocronaca Stocchetti ricordava che alla sua sommità si trova il cratere, una vasta buca, paragonabile ad una coppa di champagne profonda circa trecento metri, nel cui mezzo si erge un monticello a forma di cono alto circa duecento metri, dalla cui cima fuoriuscivano fumo, lapilli, fiamme e massi incandescenti. Se si volevano captare i segnali del vulcano bisognava mettere i microfoni in questa vallata, in vicinanza della bocca del cono. E dopo giorni di lavoro si riuscì nell’intento. Il vulcano, tranquillo fino a qualche giorno prima, la sera della trasmissione ebbe qualche improvviso risveglio. Non di certo cose eclatanti ma quel tanto dal quale si poteva sicuramente cogliere la sensazione della sua potenza. Neanche a farlo apposta, al termine della trasmissione il vulcano, “con squisita cortesia”, come commentava Stocchetti, apriva una larga breccia nella parete sud del conetto eruttivo in modo da avere due aperture alla sommità. Potremmo sicuramente affermare che anche il grande Vesuvio si è lasciato suggestionare dal fascino della radio, non avendo resistito a manifestare un po’ di sano protagonismo. L’impressionante trasmissione, quasi a volerne sdrammatizzare la portata, si è conclusa con un coro di caratteristiche canzoni napoletane.
Umberto Alunni