Pubblicato da Arteventi news il 20 Febbraio 2020
Già nel 1930 ci si chiedeva se la radio potesse influire sul nostro cervello. I più impavidi immaginavano che, nel giro dei prossimi dieci anni, si potesse ricorrere a speciali salotti forniti di generatori di onde elettromagnetiche in grado di accelerare le sue funzioni. Alcune sperimentazioni fatte in Germania argomentavano la possibilità che il cervello di una persona normalmente dotata avrebbe potuto raggiungere le potenzialità di un superuomo sotto l’azione delle onde radio. I professori PF Schilder e E.J. Kraus, entrambi tedeschi, sperimentando le onde cortissime su alcuni animali, hanno potuto verificare che il lieve riscaldamento prodotto nelle cellule accelerava i processi mentali. In America le stesse onde erano utilizzate per riscaldare il sangue. Altro utilizzo: produzione di febbre artificiale per scopi terapeutici (prima ancora si inoculava la malaria o si iniettavano sostanze come lo zolfo per raggiungere lo scopo). Il commissario federale della radio degli Stati Uniti, Mr O.H. Caldwell, con riferimento agli esperimenti tedeschi, dichiarava: “Mentre i risultati non sono ancora conclusivi, appare però che l’estensione del metodo di riscaldare elettricamente il cervello dei comuni mortali possa nel futuro rendere gli uomini – come tanti dei –“. Il commissario prevedeva che nel prossimo futuro potessero essere progettate “camere del pensiero” per stimolare il cervello dei capi esecutivi per mezzo di onde radio cortissime. Non entrando assolutamente nel merito posso solo concludere evidenziando che la tematica dell’inquinamento elettromagnetico non è nuova e che il recentissimo dibattito sugli effetti del 5G abbia lunghe radici, di almeno 90 anni! Il dibattito continua.