Pubblicato da Arteventi news il 12 Gennaio 2020
Nel 1931, ad appena sette anni dall’avvio delle trasmissioni radio in Italia, già si facevano pronostici tentando di immaginare come sarebbe stato l’anno duemila potendo contare sull’ormai raggiunta maturità del prezioso apparecchio. C’era già consapevolezza di avere a che fare con un diamante grezzo che, nel corso del tempo, avrebbe manifestato tutto il suo splendore. Ma cosa sarebbe potuto accadere nel duemila, settant’anni dopo?
Presto detto: una serie di servizi, che per secoli avevano dato il loro prezioso contributo, sarebbero stati smantellati dalla radio. Un esempio? Il servizio postale sarà relegato ad un ricordo di tempi preistorici. Nessuno scriverà più lettere e gli affari viaggeranno sulle onde hertziane.
Le scuole saranno abolite. La cultura sarà distribuita a domicilio dalle cuffie e dagli altoparlanti. Un solo professore potrà fare lezione a migliaia e migliaia di studenti. A tal proposito potrà prevedersi l’ambita cattedra, con correlato piano di studi, di “professore al microfono”.
Anche i convegni saranno aboliti e al loro posto, ancora una volta, il coinvolgimento dei singoli utenti direttamente presso le loro abitazioni. Ne guadagnerà la salute perché, considerato che nella maggior parte dei casi si fanno in inverno, più che propaganda della cultura servono alla propaganda delle epidemie influenzali e dei bacilli.
Le riflessioni continuavano tra il serio e il meno serio. Con il senno di poi molti aspetti sono stati sfocati e non ben delineati. Tuttavia, scremando le ilarità, fin dai primi tempi si aveva consapevolezza di avere a che fare con un’invenzione straordinaria che avrebbe curvato, e non di poco, il destino dell’intera umanità.