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La radio nelle miniere negli anni ’30
Pubblicato da Arteventi news il 5 Dicembre 2021Categorie Tags
Il lavoro nelle miniere, oltre ad essere particolarmente duro, era molto pericoloso ed imprevedibile. Già agli inizi degli anni ’30, con la radio nel suo pieno fulgore, si stava studiando intensamente il suo utilizzo proprio per consentire ai minatori di comunicare con la superficie. Secondo un articolo del RADIOCORRIERE del 1932, dopo numerosi esperimenti, si era giunti a collegare fino a 300 metri di profondità. La ricezione con un apparecchio a tre valvole, munito di altoparlante, era stata chiara e per il collegamento di terra si utilizzava una delle rotaie utilizzate per i carrelli. In Inghilterra, nello Yorkshire, si stava procedendo ad installazioni radiofoniche minerarie semi permanenti. In altre miniere i vari esperimenti venivano sviluppati nei periodi di riposo per evitare che eventuali scintille degli apparati radio potessero costituire pericolo per i minatori. A tal proposito gli apparecchi erano comunque chiusi in dispositivi brevettati per eliminare i pericoli di esplosione. Le trasmittenti venivano situate all’imboccatura dei vari pozzi, le antenne avevano un’altezza di circa 10 metri e la potenza di 0,25 kw. Si ricorda, inoltre, un altro interessante esperimento di radioaudizioni nelle grotte del Timavo a San Canziano sempre lo stesso anno. Ancora una volta il miracolo era stato compiuto e la radio ha dimostrato di essere un ponte invisibile gettato tra il cielo e l’abisso. Le meravigliose grotte sono state teatro di un raduno dei soci del Club Alpino Italiano l’8 maggio. La grandiosa manifestazione è stata realizzata con l’alto Patronato di S.A.R. il Duca d’Aosta, con l’intervento di S.E. Manaresi e tutti i capi del benemerito sodalizio. Lo sviluppo della radio aveva raggiunto un altro interessante traguardo.
Umberto Alunni
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