LE DONNE DELLA RADIO

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La storia, in senso lato, può essere raccontata in vario modo, da più punti di vista, da differenti narratori e in varie epoche, ovviamente postume all’accadimento. La presenza di più variabili genera una moltitudine di verità anche se, a dire il vero, ciò potrebbe apparire quanto meno fuorviante: in teoria la verità è una e quella della storia è spesso una strana verità perché raccontata dai vincenti. Non si vuole in questa sede disquisire in merito ma semplicemente affermare che non sempre la, o le, verità non sono così oggettive e inossidabili.

Alcune di loro, rinfrescate dal passaggio del tempo, appaiono ancora più affascinanti e rivelano aspetti meno conosciuti e scontati. In ogni caso tutte le storie sono legate da una comune matrice: sono vissute e raccontate da donne e uomini, interpreti autentici e, al tempo stesso, potenziali curvatori delle verità.

Le persone subiscono la storia o la generano? Ovviamente ci sono persone e persone che, a loro volta, imboccano l’una o l’altra strada, forse mai contemporaneamente. L’evoluzione delle radio – comunicazioni non è immune da questo paradigma. A distanza di oltre 120 anni non è ancora unanimemente riconosciuto lo status di inventore al nostro Guglielmo Marconi. Gli altri pretendenti, almeno sei, sono lì ad insidiarne il ruolo e a generare quella confusione che arricchisce il dibattito ed impoverisce la verità.

Le differenti biografie, più o meno autorizzate, sedimentano tante di quelle verità che a fatica si riesce a tirarne fuori una universalmente riconoscibile come tale.

E’ però evidente che le varie persone contribuiscono alla storia in vario modo. Alcuni con il piglio di chi ha proprio ricercato quel ruolo. Altri in modo incidentale, considerato che la loro attenzione era votata su altri aspetti e discipline. Altri ancora in modo del tutto casuale, senza che il loro comportamento fosse originato da scopi ben precisi.

Nella storia della radio i vari protagonisti, ufficiali, incidentali e casuali, sono riferibili al genere maschile. La sua storia ed evoluzione è fortemente monotona in logica di “genere”. Tutti gli scienziati predecessori di Marconi erano maschi, così come tutti coloro che, preso il testimone della formidabile invenzione, hanno cercato di svilupparla fino a renderla così importante.

Ma allora potremmo affermare che la radio è “uomo”, con buona pace del suo femminile grammaticale?

E’ mai possibile che nessuna donna abbia potuto incidere su una invenzione così importante che, a seguire, avrebbe individuato nel proprio nel mondo femminile una delle utenze più affezionate?

Di primo acchito sembrerebbe difficile discostarsi da questa impasse. Tuttavia, come spesso succede, un’impostazione dogmatica può essere rimossa dalla curiosità e dalla ricerca.

La progressiva immersione in questo mondo mi ha fatto conoscere alcune figure femminili a cui la storia non ha riservato particolari tributi: donne vissute nell’ombra, non colte appieno dai riflettori mediatici dell’epoca ma che, ritengo, hanno avuto un’importante ruolo nell’evoluzione della radio. Ricordo che il periodo in cui ha preso piede il mondo della radio, a cavallo tra ottocento e novecento, non è stato proprio additato quale esempio pienamente rispettoso della identità di genere. A parte il fenomeno “Flappers”, e le necessità di impiego delle donne in sostituzione degli uomini a causa della prima guerra mondiale, c’era ancora molta strada da percorrere.

Per queste ragioni, a fianco di blasonati protagonisti, da Marconi in qua, vorrei ricordare alcune donne che hanno lasciato un’impronta tanto importante quanto troppo poco visibile. Sono state grandi donne che a diverso titolo hanno contribuito a far evolvere il mondo della radio. Donne che hanno influito nelle scelte, orientato comportamenti di successo, contribuito a far cambiare le cose.

Ne ricorderò alcune, individuate tra tante. A mio avviso queste donne sono state veramente grandi, hanno saputo agire nell’interesse di chi amavano e, indirettamente, dell’umanità. Riproporrò le loro storie non in chiave necessariamente cronologica. Qualcuna la commenterò insieme ad altre cercando di non ledere mai le singole dignità non facendo mai mancare l’incursione di alcune mie riflessioni personali.

Inizierò da Annie Jameson, la mamma di Marconi che ha sempre incoraggiato il figlio ad andare avanti per la sua strada, agevolandogli tutti i necessari contatti e relazioni. Parlerò delle donne dello scienziato e della loro influenza. Dopo una immersione nel fatalismo del Titanic, che ha visto un’altra donna inconsapevole protagonista di una straordinaria curvatura del destino di Marconi, ritorneremo a galla parlando di trasmissioni radio. Spetterà ad altre due donne il primato di speaker alla radio, con un velo di mistero non ancora risolto. Un’altra ancora ha avuto un ruolo straordinario nelle radio trasmissioni clandestine nella seconda guerra mondiale a Firenze.

Farò un volo radente nel mondo del design della radio dove la sensibilità femminile ha giocato un ruolo di primo piano e contribuito allo sviluppo del suo involucro.

Inevitabile il passaggio tra alcune artiste che hanno reso ancora più grande questo incredibile strumento.  

Vorrei restituire un ruolo da protagonista alla donna in un mondo, quello della radio, troppo spesso ingiustamente considerato tipicamente maschile. Lo stesso Marinetti, in uno dei suoi manifesti, cita la Ra-dia al femminile. E, a proposito di manifesti, cosa dire dell’importantissimo ruolo della donna nelle pubblicità di radio ed apparati simili. Ma questa è un’altra storia!