Pubblicato da Arteventi news il 1 Marzo 2020
Nel 1930, a quasi una decade dall’avvio delle trasmissioni radio, si lavorava ai palinsesti della BBC inglese per una sempre loro maggiore articolazione, cercando di interpretare il gradimento del pubblico.
John Galsworthy
Dopo la musica ed altri programmi, la critica giornalistica agli spettacoli teatrali riusciva a creare particolare scalpore, specie tra gli addetti ai lavori. Due autori drammatici, Bernard Shaw e John Galsworthy, avevano di che protestare vivamente contro la grande libertà di alcuni giornalisti radiofonici. Ritenevano che il problema del diritto alla critica cambiasse completamente in assenza di giudizi scritti.
Per Shaw, celebre scrittore, drammaturgo, linguista e critico musicale irlandese, erano appena passati cinque anni dal suo Nobel per la Letteratura assegnatogli “per il per il suo lavoro intriso di idealismo ed umanità, la cui satira stimolante è spesso infusa di una poetica di singolare bellezza”. Continuava a perorare la non scalfibilità di un’arte nobile quale il teatro, attraverso mezzi indegni come la radio.
I due autori erano anche dell’opinione che le requisitorie pronunciate attraverso le onde elettromagnetiche, con la loro maggiore diffusione, avrebbero reagito
Bernard Shaw
immediatamente sugli incassi dell’editore e sulla prenotazione dei posti a teatro. Di diverso avviso l’opinione degli attori. Secondo molti di loro la critica per radio poteva rappresentare una preziosa e proficua pubblicità di cui non privarsi, anzi da stimolare.
Inutile dire che la BBC ha preso la parte di questi ultimi e, con buona pace degli autori, ha continuato ad incoraggiare i critici ad esprimere la loro opinione sugli spettacoli in massima libertà.
L’unica preoccupazione era che Shaw si potesse vendicare con qualche satira in quattro atti da imporre nei teatri del mondo.