Pubblicato da Arteventi news il 2 Febbraio 2020
L’idea del juke box evoca in ciascuno di noi l’immagine di una macchina sgargiante, colorata da mille luci, con possibilità di selezione tramite una pulsantiera e ascolto di dischi posti in modo anulare. Di primo acchito, l’idea di dispensare musica a richiesta non richiama altri supporti se non il disco. E se, volendo comunque ascoltare musica, al posto del vinile utilizzassimo una radio? E’ quello che deve aver pensato Domenico Mastini, geniale inventore italiano, quando ha ideato la radio a gettone. Al progetto di Mastini conseguì la realizzazione di una bellissima radio, la Phonola 670M (M sta per Mastini, ovviamente). Prevedeva l’inserimento di un gettone, collegato tra la radio e l’alimentazione. L’apparecchio rimaneva funzionante per un tempo proporzionale all’importo della moneta stessa. Consentiva la ricezione delle sole onde medie. Era appena il 1937 ma nel frattempo era già passato quasi mezzo secolo dal primo prototipo di juke box. La Phonola ha previsto anche una variante casalinga del modello 670M, senza gettoniera. Seguì una versione per la televisione ma, pur avendo ottenuto il brevetto, non fu mai realizzata.
Mastini fu un vero e proprio genio che, nel corso degli anni purtroppo non fu valorizzato come avrebbe meritato. Questa invenzione, pur semplice nel suo genere, faceva da apripista alla contaminazione tra strumenti ed alla rottura di determinati schemi. Si accodava alla domanda (filosofale?) che tutte le persone che si interessano di marketing dovrebbero porsi costantemente: le persone (radio ascoltatori, consumatori e altre categorie), anche se non ne sono consapevoli, di cosa hanno veramente bisogno?