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Alexa e Siri anni ’40

Pubblicato da  Arteventi news il  20 Febbraio 2022

Da non molto tempo siamo abituati a veder realizzare alcune azioni al nostro comando: la tecnologia ci mette ormai a disposizione una serie di operatori che, per funzionare, devono solo ascoltare la nostra voce.

E questo, oltre a renderci la vita più semplice, scatenano un appagamento per quanto subliminalmente, chi più chi meno, ha sempre covato nella parte più remota, e meno raccontabile, del proprio ego: far muovere le cose intorno a noi senza sforzo.

Anche in questo caso, chi pensasse che l’invenzione odori ancora di innovativo ed esclusivo rimarrà deluso: oltre 70 settanta anno fa qualcuno aveva già ideato meccanismi facilitatori. Da un articolo apparso sulla rivista “Elettronica”, numero 5 del 1949, in occasione della Fiera delle Industrie Britanniche, si annunciava l’esposizione di un “orologio pensante a funzionamento elettrico”.

Il RADIO PRESET CLOCK, così si chiamava, era fabbricato dalla Smith’s Enhglish Clocks Ltd di Londra. Era predisposto per eseguire una serie di funzioni destinate non solo a far risparmiare tempo e preoccupazioni alle persone, ma anche a ridurre i consumi elettrici in casa. Si poteva mettere in funzione una coperta elettrica prima che il proprietario fosse andato al tetto ed interrompere l’erogazione al raggiungimento del calore desiderato. L’orologio poteva aprire la radio sul programma gradito all’ora stabilita, nonché spegnere le luci delle stanze e della camera dei bambini. Magari poteva assistere lo stesso proprietario spegnendo la luce del comodino qualora si fosse addormentato. Si stava andando verso la direzione del miglior livello di servizio possibile. La domotica come concetto era ancora in divenire ma la volontà di rendere “plastici” i propri desideri stava facendo passi da gigante.

Umberto Alunni

Anche questo articolo è stato ripreso da GOOGLE NEWS