PRIME RIVOLUZIONI NEL DESIGN DELLA RADIO

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Pubblicato da  Arteventi news il  13 Ottobre 2019

Nel gennaio 1933 la rivista Domus bandì, con l’accordo della S.S. Nazionale del Grammofono (La Voce del Padrone), il primo grande concorso nazionale per un modello di mobile di radiogrammofono di disegno moderno, che andasse oltre al “brutto stile imitato dagli apparecchi americani”, per approdare a un razionale contenitore per la radio. Fu premiato con 5.000 lire quello degli architetti Figini e Pollini, tra i 151 presentati. Fu lanciato dalla Società “La voce del Padrone” col nome Domus. Nella giuria c’erano anche il comm. Alfredo Bossi, consigliere delegato della S.A.N.G., l’ing Angelo Filipponi, direttore reparto radio della stessa ditta, e l’architetto Giò Ponti, direttore della rivista Domus.

Il modello, con grammofono e gambe in acciaio, venne realizzato in soli 200 esemplari e venduto al prezzo di 4.500 lire. Venne eseguita anche una variante del progetto, più commerciale, denominata “Eridania 5 CM”, versione da tavolo priva di grammofono. Costava 1.500 lire, pur mantenendo tutti gli elementi innovativi e provocatori del progetto originale. Scrive l’architetto Giò Ponti sulla sua rivista Domus: “Quando si sente la radio si deve individuare l’aspetto dell’apparecchio dove nasce il suono, non si deve indovinare se questa ultramoderna cosa sia nascosta e acquattata in un canterano rinascimento, in un credenzone gotico, in un comò Queen Anne o in una libreria Tudor”.

Con questo modello si avviava il lento processo di standardizzazione della radio. Il suo sviluppo orizzontale richiedeva minori costi di produzione. Poteva essere inserita in differenti tipologie di ambiente. Il successo del modello trovava conferma anche nelle varie pubblicità che lo inserivano in tutti gli ambienti sociali: medio borghese, coloniale e, addirittura, rurale.

Quest’ultima evenienza è piuttosto teorica: il costo dell’apparecchio era pari a 7 mesi di salario per un bracciante. In ogni caso il modello Eridania è molto ricercato e fa bella mostra di sé in varie collezioni, compresa quella di chi vi sta scrivendo.