QUANDO LA RADIO ARRESTO’ I MOTORI IN GERMANIA

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Curiosando sulla storia della radio: quando la radio arrestò i motori in Germania

Pubblicato da  Umberto Alunni il  2 Marzo 2025

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Esplorando le potenzialità alternative della radio, degno di menzione è un esilarante articolo pubblicato nell’autorevole rivista  – L’Antenna- numero 10 del 30 maggio 1936.

A sua volta riporta i contenuti di un articolo del giornale francese – Nouvelliste Valaisen – sull’argomento che, da tempo, teneva un posto di rilievo su giornali e riviste di tutto il mondo: è possibile l’arresto di motori per mezzo della radio, o meglio, delle onde radio?

La teoria teneva banco da anni e aveva generato sostenitori accaniti e negazionisti non meno ostinati che, fino ad allora, non era uscita dal campo teorico o, al massimo, da quello strettamente sperimentale.

L’articolo raccoglieva la considerazione che si parlava sempre più frequentemente di arresto di motori, di aeroplani e di automobili e, conseguentemente, di carri d’assalto per mezzo di raggi invisibili. Intanto secondo il – Pariser Tageblatt – tedesco, si sarebbe proceduto a delle esperienze di arresto di motori a distanza. “Gli apparecchi necessari sono stati allacciati alla corrente ad alta tensione che attraversa il paese e hanno operato su vetture transitanti sulla strada principale. Effetti positivi furono realizzati in un raggio di 300 – 400 metri. I tecnici della Reichewehr che partecipano a dette prove sono severamente sorvegliati e tutte le comunicazioni con l’esterno sono vietate”.

La contromisura al fenomeno descritto sarebbe stata la schermatura dei motori delle auto. Gli aeroplani, invece, non ne avrebbero avuto bisogno. Ne sarebbero stati immuni considerando la loro velocità che, quasi istantaneamente, li avrebbe fatti trovare fuori dall’orbita pericolosa.

Il laboratorio francese di Radioelettricità ha confermato l’originario punto di vista: è possibile che le onde corte possano produrre effetti di tal genere. Tuttavia, allo stato attuale (1936), pur avendo sviluppato stazioni di emissione d’una certa potenza, e notato degli effetti elettrici e fisiologici sul loro immediato campo, vale a dire a grande vicinanza, non si è mai notato alcun arresto di motori d’auto.

Insomma un candidato in più nella copiosa competizione verso un distruttivo raggio della morte che, alla fine, non fornisce prove tangibili su quanto adotto.

Umberto Alunni

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