RADIO TRASMISSIONE ILLEGALE

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Storia della radio: la radio illegale in trasmissione

Pubblicato da  Arteventi news il  13 Aprile 2023

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Quante volte la radio ha metaforicamente indossato la divisa a righe da galeotto? Risposta semplice: tutte le volte che l’uomo glielo ha consentito. La lapidarietà della risposta non significa di certo volersi esimere dal confronto. Ma andiamo con ordine. Dai tempi dei tempi ci sono regole per la trasmissione radiofonica e regole per la ricezione a cui necessariamente ci si deve informare. Dette regole hanno subito una profonda evoluzione e si sono stratificate nell’oltre secolo della sua vita ufficiale. In questa sede ci occuperemo della trasmissione. Fin dagli inizi si è inteso normare l’attività radiofonica in trasmissione per il suo interessantissimo impatto divulgativo e per gli ampi effetti domino che provocava: orientamento di pensiero, pubblicità ed altro ancora. Non sempre si è potuta riscontrare piena correlazione tra organismi regolatori ed  emittenti radio: i primi tacciati talvolta per restrittivi, i secondi additati anche come dei veri e propri pirati dell’etere.

Fin dall’inizio alcune trasmittenti hanno cercato di driblare le norme in vario modo. Quello più accreditato era il posizionamento degli apparati fisici al di fuori della giurisdizione di uno stato, con privilegio per le acque internazionali. Si è riproposto un esempio in un recente articolo  (https://arteventinews.it/2022/03/20/la-radio-del-dott-john-r-brinkley/). Per non far cadere l’attenzione si cita un altro esempio di trasmissione illegale, avvenuta quasi 100 anni fa, esattamente nel 1933 in America. Per sfuggire ai rigori della Federal Radio Commission, un gruppo di facinorosi uomini d’affari costruì una stazione galleggiante di 10KW posizionandola a più di 12 miglia dalla costa degli Stati Uniti, per essere sicuri di essere in acque internazionali. Questa strategia ha consentito le gestire le trasmissioni ed incassare la pubblicità radiofonica senza pagare le dovute tasse. I comportamenti meno nobili proliferano senza indugio: dopo quasi 40 anni le cose non cambiano. In un singolare libro – Il Principato – Frederik van Stegeren, meglio conosciuto come “Federico l’Olandese volante”, racconta di una radio trasmittente posizionata sulla motonave “Mi Amigo” al largo di Sheveningen, Olanda. Il 1969 segnava gli albori delle radio libere e, forse più per ideologia che per mero lucro, si anticipavano i tempi delle concessioni trasmettendo illegalmente al largo delle acque internazionali. Nel libro si racconta anche che, considerata la presenza di moltissimi giovani, e di uno stile di vita non proprio da convento, una notte gli ormeggi si erano staccati e la motonave è andata verso terra. A quel punto la polizia era nelle condizioni di eccepire una serie di reati: motonave senza motore, radio senza licenza. Quanto bastava per assicurare un po’ di “fresco” ai simpatici Disk Jockey.

I comportamenti descritti avevano sicuramente dell’illegale. Tuttavia il loro perpetrarsi ha stimolato una legislazione più concedente ed aperto le porte per l’universo delle radio libere.

Umberto Alunni