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Scuola Radio Elettra: una speranza
Pubblicato da Arteventi news il 19 Luglio 2020Categorie Tags
La Scuola Radio Elettra (S.R.E.) è stata una scuola per corrispondenza che, dagli inizi degli anni ’50, fino a metà del ’90, ha formato tantissimi tecnici. L’abilità dei suoi ideatori, Vittorio Veglia (laureato in chimica) e Tomasz Carver Paszkowski (ingegnere polacco stabilitosi in Italia nel 1947), fu di aver compreso la necessità di formazione professionale a cui la scuola pubblica non dava risposta. Gli Istituti di Avviamento Professionale erano prevalentemente a indirizzo meccanico ed il diploma di perito elettronico richiedeva cinque anni di studio. Considerato che, nei primi anni ’50, meno della metà degli italiani aveva frequentato le scuole elementari (la cui licenza era obbligatoria per iscriversi all’Avviamento), migliaia di persone piene di buona volontà si trovavano escluse da un mercato del lavoro che richiedeva tecnici specializzati nel comparto dell’elettronica di consumo, con la sempre più ampia diffusione della radio e della televisione.
Le sue accattivanti pubblicità erano presenti in ogni dove: dalle riviste specializzate, a quelle generiche come il Radiocorriere, finanche nei fumetti (Diabolik, Kriminal, ed altri). I corsi, di vario genere, prevedevano trasmissioni di dispense, materiale per la costruzione di apparati ed una costante verifica di quanto appreso con tanto di esami. Al termine era previsto un diploma e un set di bigliettini da visita. Gli apparati realizzati restavano di proprietà del discente. Si può immaginare che tantissime coppie potessero disegnare il loro futuro intorno a quelle pubblicità, che promettevano un futuro pieno di soddisfazioni professionali ed economiche. E così è stato per molti. Ma anche altre persone sono state attratte dal fascino della Scuola Radio Elettra e, nonostante avessero volto lo sguardo ad altri filoni professionali, si sono avvicinate come Ulisse alle sirene e ne sono state colpite al punto da frequentarla, prendere il diploma ed essere appellati “Tecnici”, con tanto di biglietti da visita. Compreso chi vi sta scrivendo.
Umberto Alunni
