TELEGRAFIA ACUSTICA: “COMUNICARE PRIMA DELLA RADIO” SECONDA PARTE

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Pubblicato da  Arteventi news il  29 Novembre 2020Categorie Tags 

La telegrafia acustica consiste, più che altro, in segnali prodotti con mezzi vocali o con strumenti a percussione. Per questi ultimi abbiamo conoscenza che, anche di recente, popolazioni indigene ne hanno fatto ampio uso. In ogni caso la prima metodologia utilizzata per comunicare è stata la voce. Gioco forza, per la sua natura, e per le ovvie limitazioni di tempo e di spazio, non avrebbe potuto esaurire al meglio tutti i bisogni comunicativi dell’essere umano. Ma intanto ci si dava da fare. Vi sono alcune citazioni storiche che testimoniano espressamente l’utilizzo della voce quale esempio di successo comunicativo, anche in situazioni difficili.

In ordine di tempo si ricorda Diodoro Siculo, storico vissuto ai tempi di Augusto. Raccontava che Dario Istaje, re persiano vissuto dal 521 al 485 a.C., si serviva di uomini opportunamente dislocati, che si passavano i messaggi a voce per trasmettere ordini alle provincie del suo regno, e dalle medesime riceverne notizie. Una vera e propria rete di uomini dislocati ciascuno a distanza di “urlo” rispetto al suo prossimo. Si sosteneva che questa metodologia fosse trenta volte più veloce ed efficiente rispetto all’utilizzo di corrieri a cavallo.

Qualche secolo dopo anche Caio Giulio Cesare, nel famoso “De Bello Gallico”, fa rifermento alla telegrafia acustica parlando dei suoi nemici. Narrava che i capi delle varie tribù dei Galli, in situazioni di necessità, con il solo ausilio della voce, specialmente di notte, riuscivano a mobilitare tutti i loro guerrieri in brevissimo tempo.

Umberto Alunni