TELEGRAFO OTTICO AD ACQUA: QUARTA PARTE DELLA SERIE “COMUNICARE PRIMA DELLA RADIO”

https://arteventinews.it/2020/12/13/telegrafo-ottico-ad-acqua-quarta-parte-della-serie-comunicare-prima-della-radio/

Pubblicato da  Arteventi news il  13 Dicembre 2020Categorie Tags 

Un’idea che “fa acqua da tutte le parti” non dovrebbe essere poi così eccezionale. Ma non è stato sempre così. Almeno non per Enea, soprannominato “il tattico”, vissuto quattro secoli prima dell’era volgare. Lo storico greco Narra Polibio, vissuto due secoli dopo, racconta che Enea, per comunicare, posizionava ad eguali distanze dei vasi di bronzo cilindrici, costruiti allo stesso modo, contenenti la stessa quantità d’acqua. All’estremità inferiore era posizionato un foro chiuso da un tappo o rubinetto. Considerato che i recipienti, il foro e la quantità d’acqua era la stessa, lasciando aperti i singoli rubinetti per un determinato tempo l’acqua sgorgava contemporaneamente da ciascun vaso ed il livello dell’acqua si trovava abbassato in ognuno di essi di un’identica quantità. Ciascun vaso conteneva un largo pezzo di sughero che rimaneva galleggiante alla superficie dell’acqua. Si manteneva fisso fin quando il rubinetto era chiuso, ma discendeva gradatamente quando il rubinetto si apriva e l’acqua fuoriusciva. Nel pezzo di sughero era posizionata un’asta verticale di legno suddivisa in parti uguali, ognuna delle quali conteneva un numero convenzionale, un simbolo, un disegno rappresentanti un messaggio precedentemente concertato dalle due parti. Ma come funzionava esattamente il trasferimento di informazioni? Presso ciascuno dei due vasi c’era un incaricato provvisto di bandiera durante il giorno, e di fiaccola per la notte. Quando l’incaricato del primo vaso doveva trasmettere una informazione agitava la fiaccola o la bandiera per preavvertire l’altro che stava per iniziare a trasmettere. Di fatto dopo il segnale apriva il rubinetto facendo uscire l’acqua fino al punto che l’asta conteneva l’informazione che gli serviva da trasmettere e l’altro faceva lo stesso. A quel punto agitava nuovamente la fiaccola o bandiera per far capire all’altro che doveva chiudere il rubinetto. Il secondo incaricato, vedendo il simbolo dell’asta, aveva l’informazione che il primo intendeva trasmettere. Questo processo poteva rimbalzare all’infinito con utilizzo di ulteriori incaricati. Questo apparato viene suggestivamente chiamato “ad acqua” ma forse sarebbe più corretto definirlo “ottico ad acqua” per la combinazione degli elementi utilizzati. Enea, con la sua idea, si è veramente meritato l’appellativo “il tattico”.

Umberto Alunni

L’articolo è stato ripreso da GOOGLE NEWS