VANDA PASQUINI, UNA MACELLARA (E NON SOLO) IN RADIO

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Si può lasciare il segno per tanti motivi, attivando differenti comportamenti.

Lasciarlo in radio è meno semplice di quanto si possa immaginare. Magari si è contribuito al suo sviluppo tecnologico o al suo design. Oppure si è riusciti ad influenzare determinati comportamenti che, direttamente o indirettamente, hanno portato ad una sua evoluzione. Per Wanda Pasquini parleremo di altro. E’ ricordata per le sue doti artistiche e per la sua capacità di qualificare un palinsesto che, progressivamente, stava orientando i gusti radiofonici degli ascoltatori.

Chi era Wanda Pasquini

Nata nel 1914, era un’attrice teatrale considerata, non a torto, la regina del vernacolo fiorentino. Divenne famosa soprattutto per la sua partecipazione alla trasmissione radiofonica “Il grillo canterino”, diffusa a partire dal 1953 dalla sede Rai di Firenze, nella quale interpretava la Sora Alvara Girelli nei Bucalossi, macellaia truffaldina, chiacchierona e attaccabrighe. 

La Pasquini iniziò a recitare in testi impegnati di autori come D’ Annunzio. Partecipò anche ad altri spettacoli radiofonici. Tra tutti si ricordano quelli ancora godibili presso il sito delle teche RAI:

Un uomo pacifico – commedia 1951;

Furto d’amore – tragicommedia 1953;

Girotondo infernale – radiodramma del 1953;

Il diavolo innamorato – commedia 1953;

Il coraggio – commedia 1953;

Messaggio ad ignoti – storia radiofonica 1953;

Il mantello alato – idillio radiofonico 1953;

Ho visto il mare – radiodramma del 1954;

Il perdono dell’imperatore – originale radiofonico del 1954;

Due fragili donne – originale radiofonico del 1954;

Simone l’olandese – originale radiofonico del 1954;

Harudi il barbarossa – originale radiofonico del 1954;

La spia – sceneggiato del 1954;

Ultime notizie – radiodramma del 1955;

Marea di settembre – commedia 1955;

In attesa di un fratellino – radiocommedia del 1955;

Diario della prima crociata – radiodramma del 1955.

Fu poi interprete, assieme a Pamela Villoresi, di una “Velia” televisiva di successo. Fece parte della Compagnia Niccoli e si consolidò autentica interprete del vernacolo al Teatro dell’Amicizia, dove andò in scena per trent’ anni.

Quando, nel 1987, il teatro di via del Prato chiuse per motivi di agibilità la Pasquini ne soffrì moltissimo perché aveva un pubblico affezionato e un repertorio sterminato. E si preoccupava che i suoi spettatori andassero al teatro della Pergola. In anni più recenti, diventò anche regista delle sue stesse opere teatrali con il Teatro del Cestello di Firenze. Tra le commedie rappresentate: “Firenze-Trespiano e viceversa”, “I castigamatti”. Prese parte anche a due film: “Figlio mio infinitamente caro…” (di Valentino Orsini su sceneggiatura di Vincenzo Cerami1985) e “Caino e Caino” (di Alessandro Benvenuti1993), in cui interpretava Adelina.

Negli ultimi anni la Pasquini appariva ancora al Teatro del Cestello in regie di Pelagatti, dove si ricorda una bella “Gallina vecchia” di Novelli. L’ ultimo spettacolo in cui ha recitato, nel marzo del 1998, è stato “Le sorelle Materassi” di Palazzeschi, sempre con regia di Oreste Pelagatti. Quel lavoro, in qualche modo, incarnava lo spirito della Pasquini: una grande attrice legatissima a Firenze (“non ho mai lasciato la città, una scelta di famiglia”, diceva spesso), che però ha saputo elevare la fiorentinità proprio come quel Palazzeschi che recitava a livello universale. Fu struggente nel vederla così anziana, malata (aveva una forte influenza), porgere con sublime ironia e garbo frasi tipo “siamo illibate, siamo vergini”.

Wanda era solito irretirsi quando le si faceva notare che alcuni suoi personaggi come “La sora Alvara” appartenevano inesorabilmente a una Firenze di ieri. Con puntigliosa determinazione, mai travalicando il limite della buona educazione, ribatteva indicando negozi, strade, vie, dove ancora si potevano trovare, nella Firenze odierna, tante “sore Alvare”.

Il legame con i’ Grillo canterino

Senza nulla togliere a quanto altro ha fatto nella sua vita di artista, Wanda rimane fortemente legata al ruolo della Sora Alvara nella trasmissione radiofonica “il Grillo canterino”. Prese piede in un periodo di maturazione di Radio Firenze, già operativa dal 1932, nella sede del Palazzo Cento Finestre in Piazza Santa Maria Maggiore. Nel dopoguerra questa radio divenne sempre più importante.

Scrittori e intellettuali furono chiamati a collaborare e partecipare a trasmissioni prevalentemente culturali. Nacquero rubriche successivamente diventate famose, come l’Approdo, ideata da Adriano Seroni.

Fu anche il trampolino di lancio per alcuni scrittori, come Carlo Emilio Gadda, che iniziò proprio a Firenze la sua carriera scrivendo testi radiofonici. Radio Firenze, sotto la direzione del caporedattore Omero Cambi, proseguì la sua importante produzione. Oltre a spettacoli di prosa, e concerti trasmessi in diretta dai teatri fiorentini, la radio si ingegnò nella produzione di lavori in proprio, ad esempio le commedie interpretate, oltre che da Wanda Pasquini, da attori del calibro di Cesarina Cecconi, Fosco Giachetti, Arnoldo Foà.

Contemporaneamente Umberto Benedetto produceva eccellenti radiodrammi. Nella radio non mancavano trasmissioni di svago, che si svolgevano in sede.

I meno giovani ricorderanno una delle prime “Botta e Risposta”, condotta da Silvio Gigli. Il presentatore invitava una persona a rispondere a una “domandina facile facile” e lo apostrofava con “venga lei con codesta cravattina a singhiozzo di pesce!”. 

Narciso Parigi cantava gli stornelli e le canzoni di Odoardo Spadaro, accompagnato dall’orchestra Petralia. C’era spazio anche per lo sport: la radio trasmetteva la radiocronaca del secondo tempo della partita della Fiorentina, quando giocava in casa.

Nel 1953 Omero Cambi ideò il “Grillo Fiorentino”, con l’intento di affiancare un programma leggero alla trasmissione di cronaca domenicale “Il Gazzettino”. Potremmo definirla una voce libera di garbata critica alla società. Dopo un periodo di collaudo, fu aggiornata l’impostazione da spettacolo semiserio in spettacolo comico e brillante. Nacque così “Il grillo canterino”, un programma semplice, arguto, satirico e irriverente. Con i suoi personaggi raccontava con sottile ironia le caratteristiche, i vizi e le virtù dei cittadini da cui venivano tratte scene di vita quotidiana che gli stessi fiorentini rappresentavano ogni giorno, in modo inconsapevole, sul grande palcoscenico della propria bellissima città. La trasmissione fu annunciata per la prima volta sulla rivista “Radiocorriere” (pagina 19) nel palinsesto delle “trasmissioni locali” di domenica 4 ottobre 1953.

Rino Benini, Silvano Nelli, Roberto e Gianfranco D’Onofrio, furono gli autori di quel gioiello radiofonico. Figuravano personaggi come “La sora Alvara”, di Silvano Nelli, interpretata dalla nostra Wanda, che vendeva la “ciccia di alta qualità” tagliando le “bracioline” al tintinnio di braccialetti e collane. La scenetta era condita da battute sagaci e sfondoni proverbiali e finiva con le parole della Sora Alvara Girelli Bucalossi: “Ma guarda un po’ che gente… vero dico io”.  Il successo popolare, dopo un anno di rodaggio, fu grandissimo arrivando a fare invidia alle trasmissioni radiofoniche nazionali più seguite.  Andava in onda la domenica alle 12.30, e in replica alle 14.30, dal 1953 al 1970 salvo qualche interruzione. In qualche modo stava facendo cambiare le abitudini dei fiorentini, e non solo: il pranzo domenicale non si doveva sovrapporre agli orari della trasmissione, e della replica, per il timore di perdere qualche battuta.

Nel corso degli anni Omero Cambi continuò a credere nella trasmissione. Il suo successore, Marcello Giannini, non fu da meno. Gli autori, ispirandosi all’attualità, creavano una satira autenticamente fiorentina, intelligente, graffiante e non volgare, interpretata da attori eccellenti, per tutti Wanda Pasquini e Corrado De Cristofaro, che spesso recitavano anche nelle trasmissioni di prosa diffuse a livello nazionale.

E’ per loro merito se il grillo canterino ha avuto un successo clamoroso. La freschezza e la contemporaneità dei testi hanno fatto il resto.

Gianfranco D’Onofrio, negli anni, 70 fu l’artefice e il conduttore della omonima trasmissione televisiva sull’emittente regionale “Canale 48”.

Contribuì a far rivivere e conoscere alle nuove generazioni tutti i personaggi della storica trasmissione radiofonica.

Tra tutti spiccava, neanche a dirlo, Wanda Pasquini – sora Alvara, in carne e ossa, insieme alle affezionate clienti nella sua macelleria di lusso. Purtroppo gran parte del materiale radiofonico è andato perduto. Restano solamente gli ultimi anni del “Grillo”, dal ‘67 al ‘70, poiché le registrazioni precedenti, conservate nella storica sede di Piazza Santa Maria Maggiore, sono andate perdute nell’alluvione del ‘66.

L’eredità

Wanda è venuta a mancare nel 2001.

Per un paio di decenni, tra gli ’80 e i ’90, il suo ricordo si è sopito, quasi come se per ogni cosa, anche la più preziosa ed importante, fosse necessaria una decantazione. Ogni situazione si prende un suo periodo di riflessione, forse per consentire a tutti di comprenderne meglio il valore. Non sta a noi giudicare e fare valutazioni di merito. Fatto sta che negli anni 2000 il suo ricordo, tramite la Sora Alvara, il suo personaggio più popolare, è ritornato in auge. Tra tutte, degna di menzione l’iniziativa del 2006 nell’ambito del “Genio Fiorentino”, un’antologia presentata dalla Provincia di Firenze e dalla sede regionale Rai, con il coordinamento tecnico-editoriale di Lucio Pugliese. Oltre a varie presentazioni ed occasioni di incontro, prevedeva un doppio DVD con i più esilaranti contenuti degli ultimi tre anni de “I’ grillo canterino”. Per rendere omaggio alla nostra macellara ci ha messo del suo anche la “Compagnia delle seggiole”. E’ un gruppo teatrale nato nel 1999 dall’incontro di attori provenienti da città toscane e formazioni teatrali diverse. Il loro nome esprime l’intenzione di legarsi al territorio (“seggiola” è un termine prettamente fiorentino) e conservare un’impostazione “classica” dove il teatro deve essere parola, proprio come avveniva in radio. Le loro letture radiofoniche drammatizzate, e la bravura dei membri della Compagnia, continuano a restituirci ancora oggi il valore di quegli sketch e dei loro protagonisti. Questi solo sulla carta sono lontani nel tempo, ma ancora oggi sanno fare ridere i fiorentini di loro stessi: lamentosi ma concilianti, provinciali ma austeri, riffaioli ma civili, furbi eppure ingenui. Il tempo passa ma, forse, non per i fiorentini né per la radio. Questo meraviglioso attrezzo, come ai tempi di Radio Firenze, continua a coinvolgere e a farsi ascoltare a dispetto di ogni altro mezzo di comunicazione moderno. E gli attori della Compagnia delle Seggiole lo sanno bene: rievocando i personaggi de Il Grillo, infatti, lavorano non tanto sulla mimica, quanto sulla voce nei microfoni: basta chiudere gli occhi ed aprire le orecchie per ritrovarsi nella macelleria della Sora Alvara, riascoltare il tintinnio dei suoi bracciali e farsi coinvolgere dall’anima della sua grande interprete.

Il ricordo

Wanda ha lasciato un vuoto artistico incolmabile. Anche se con un pizzico di ingenerosità, nell’immaginario collettivo, è ricordata quasi esclusivamente per la sua militanza nel grillo canterino e per aver incarnato (è proprio il termine giusto per una macellara) lo spirito, e non solo la voce, della Sora Alvara. Quel personaggio, insieme ad altri ovviamente, era entrato nelle case dei fiorentini per quasi mille volte. Tante sarebbero state le trasmissioni dal 1953 al 1970, una a settimana. Wanda ha trasformato la mitica sora Alvara Girelli nei Bucalossi, la macellaia dalle altolocate aspirazioni ma irrimediabilmente popolana, in un personaggio indimenticabile. Lo ha fatto attraverso la radio. E’ una delle donne che, con la sua arte, ha contribuito alla diffusione del mezzo radiofonico, ha regalato serenità, ha infuso quel coraggio e quello spirito come solo una grande donna sa fare. Grazie a lei il palinsesto si è arricchito e la radio è diventata più popolare al punto da innervarsi nelle abitudini della gente e orientarne i comportamenti domenicali. Magari qualche famiglia ha spostato il pranzo, ha scelto di andare alla messa in orari diversi, si è organizzata per arrivare in tempo alla partita della squadra del cuore. Ma probabilmente nessuna di loro ha mai pensato di rinunciare all’ascolto de I’ Grillo canterino e delle “ricercate” riflessioni della Sora Alvara.

Grazie Wanda per aver contribuito a riunire Firenze intorno alla radio e per aver consentito a questo apparentemente innocuo apparecchio di continuare a svolgere una delle sue funzioni principali: mettere insieme le persone. A pieno titolo continuerai ad essere “una donna della radio”. Cara Wanda riposa in pace. Se nell’altra vita ti chiedessero di interpretare ancora la Sora Alvara attenta bene a quando pesi la carne e a come componi il macinato. Non provare ad imbrogliarli: non chiedermi perché ma “da quelle parti” se ne accorgerebbero subito!