Comunicazione sottomarina in Europa: comunicare prima della radio 14a parte
Pubblicato il 21 Febbraio 2021
Il desiderio di accorciare le distanze stava coinvolgendo l’industria delle comunicazioni, che progettava di attraversare i mari per collegare le Nazioni. Nell’agosto del 1850 fu posato il primo cavo sottomarino destinato alla telegrafia sotto il canale della Manica, tra l’Inghilterra (Dover) e la Francia (Calais), ad opera della Società Telegrafica Anglo-Francese Submarine Telegraph Co. Il cavo rimase funzionante pochi giorni, dopo i quali venne interrotto forse dall’ancora di un pescatore. Da altre fonti si apprende che lo avesse tagliato di proposito per rubare l’involucro ritenuto d’oro. Ci si rese ben presto conto della necessità di dover irrobustire e corazzare il cavo per difenderlo dai pericoli causati dalla navigazione e dagli animali marini. L’anno successivo si compì il secondo tentativo di unire i 37 km di distanza tra Francia e Gran Bretagna, stavolta con successo. Il cavo fu costruito con un’armatura in ferro dalla Robert Stirling Newall and Company, specializzata nella produzione di cavi metallici per miniere. Nel 1852 fu stabilita la prima linea diretta Parigi-Londra. Si stava avviando il ciclo industriale della telegrafia sottomarina. Nel 1853 l’Inghilterra venne collegata con Irlanda e Belgio. Negli anni successivi fu la volta di Germania, Danimarca, Russia e Olanda. In Italia si iniziarono a posare i primi cavi sottomarini dal 1854 tra Sardegna, Corsica, La Spezia e Algeria, e nel canale di Sicilia. Erano gestiti dalla Mediterranean Electric Telegraph Company, sotto la direzione dell’ingegnere telegrafico britannico John Watkins Brett. I primi cavi impiegavano come isolante una gomma naturale, la Guttaperca, ricavata dalla pianta tropicale Gutta percha. Poiché questa varietà è spontanea dei territori all’epoca colonie europee, si crearono monopoli commerciali per il controllo della produzione. La lunghezza del cavo steso è maggiore della distanza tra le coste, poiché è necessario scendere in profondità e risalire, ma anche superare valli e rilievi subacquei. Intanto erano maturi i tempi per strizzare l’occhio anche all’America.
Umberto Alunni
L’articolo è stato ripreso da google news