COMUNICARE PRIMA DELLA RADIO: L’UTILIZZO DI VOLATILI

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Comunicare prima della radio: utilizzo di volatili!

Pubblicato da  Arteventi news il  24 Ottobre 2021Categorie Tags 

Da oltre 5.000 anni i colombi vengono utilizzati per trasmettere messaggi utilizzando la loro innata, e non ancora svelata, capacità di orientamento. Spetta ai sumeri la primogenitura del loro utilizzo, seguiti dagli egiziani, come si evince da iscrizioni su papiro, e dai Greci, i cui atleti vincitori delle Olimpiadi erano soliti affidare alla zampa di un piccione il “messaggio della vittoria”. Un primo utilizzo sistematico in guerra risale all’epoca rinascimentale, nelle battaglie che coinvolsero le Fiandre, la Francia e l’Inghilterra. A partire dall’assedio di Parigi, durante la guerra Franco-prussiana (1870), gli eserciti di tutta Europa cominciarono a dotarsi di colombaie militari. Fu il 12° reggimento Artiglieria di Ancona a realizzare, nel 1876, la prima colombaia militare del Regio esercito, seguito a ruota da altri comandi in tutta Italia e perfino in Eritrea. Durante la Grande Guerra, tutti i paesi fecero largo uso di questi volatili. Gli uccelli venivano trasportati, in speciali ceste di vimini o in appositi zaini porta-colombi, direttamente nelle trincee dove venivano alloggiati in gabbie. Perché il piccione viaggiatore, da qualunque parte venga liberato, ritorna sempre alla propria colombaia? Secondo la scuola tedesca sarebbero in grado di percepire e utilizzare il magnetismo terrestre per orientarsi tramite un possibile sensore presente nel becco. La scuola italiana si basa sulla teoria olfattiva, che attribuisce all’odorato la capacità dei colombi di ritrovare la strada. Tuttavia, ancora nessuno ha dato adeguate motivazioni. I messaggi trasportati presero il nome di “colombigrammi”. Venivano scritti, spesso in triplice copia, grazie a una carta carbone, su una sottile velina e poi infilati in appositi astucci porta-dispacci intendendo per tali tubicini di alluminio fissati con due braccialetti alla zampa o, a volte, in un astuccio di pelle molto sottile, avvolto e abbottonato intorno all’arto del colombo. Potevano essere anche dei fotografi: il tedesco Julius Neubronner aveva realizzato, nel 1907, una macchina fotografica abbastanza piccola per essere trasportata da un piccione dotato di imbragatura pettorale. Oggi si continuano ad utilizzare i piccioni per gioco o scommessa. Le distanze maggiori coperte arrivano a 650 km e un campione può costare anche più di 300.000 euro. Le loro qualità continuano ancora a stupirci.

Umberto Alunni

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