LA RADIO A GALENA SCOMPARE
Pubblicato da Umberto Alunni il 20 Ottobre 2024
Categorie
Tags
La radio a galena ha solcato decenni di storia della radio, coinvolgendo un copioso numero di “adepti”. Se ne è parlato più volte, considerata la sua popolarità ( tra tutti : https://arteventinews.it/2019/01/10/la-galena-un-minerale-che-cattura-le-onde-elettromagnetiche-e-fa-funzionare-la-radio/ e https://arteventinews.it/2021/09/21/costruire-una-radio-a-galena/ ). La sua particolarità di essere semplice da costruire, facilmente occultabile, anche agli occhi interessati di chi richiedeva il canone di abbonamento, si scontrava con la sua difficoltà di ascolto (solo in cuffia) combinata ad una contenuta selettività.
Nel 1933, sulla rivista “La Radio”, appare un interessante articolo con il lancio di un’anatema: “La scomparsa degli apparecchi a galena?”.
Si evinceva molto chiaramente un acceso dibattito tra chi considerava l’apparecchio a galena una vera e propria radio e chi, invece, una mera surroga senza diritto di pretenderne l’appellativo. “Per dolce e pura che sia – scriveva uno dei benpensanti – è evidente che una bobina non si può considerare come un ricevitore. Perché, invece, non è che un giuoco da fanciulli”.
Si proponeva per la galena il ruolo di apparecchio di iniziazione, che lasciava luogo al ricettore a valvole soltanto quando il radio uditore fosse in grado di sostenerne la spese. Si auspicava anche che detta radio potesse essere esonerata dal pagamento del canone di abbonamento. Questo auspicio, purtroppo, non è stato mai raccolto. Proprio per la sua possibilità di essere occultata ed utilizzata in modo “piratesco”, senza assolvere all’onere del canone, è stata quasi demonizzata soprattutto durante il periodo della seconda guerra mondiale. La sua possibilità di poter essere utilizzata senza un controllo da “grande fratello”, la rendeva strumento da demonizzare senza sconti.
“La galena – concludeva l’articolo – è l’araldo che annunzia e precorre la radio: apritele tutte le strade, se non volete che la radiodiffusione rimanga in Italia un servizio di lusso”.
Avevano proprio ragione!
Umberto Alunni