Pubblicato da Arteventi news il 1 Ottobre 2018
Chi ha inventato la radio? Guglielmo Marconi, ovviamente. Bene il soggetto, perfettibile l’avverbio. Eppure nei vari libri di testo ed enciclopedie il nome di Marconi campeggia pressoché indiscutibilmente quale progenitore dello strumento.
Allora proviamo a rimodulare la domanda: Marconi, con i suoi esperimenti, cosa
stava cercando? Tracciare la strada e lanciare un assist professionale ai vari Cecchetto, Fargetta o Lynus? Direi proprio di no. Aveva in mente di collegare due luoghi, anche distanti fra di loro. Era quanto già faceva il telegrafo, ma il giovane inventore intendeva evolvere eliminando i fili e moltiplicando le distanze. E ci riuscì. Era il 1895 quando ebbe la conferma che un segnale lanciato dalla sua casa aveva raggiunto l’altro versante dell’antistante collina, detta “dei Celestini”.
Iniziava l’avventura di un personaggio tutto particolare: garbato ma scomodo, schivo ma dannatamente ingombrante. Insomma, un personaggio dai due popoli. Il successo dei suoi esperimenti poggiava le basi su alcune intuizioni e scoperte di altri scienziati: le onde elettromagnetiche, la pila elettrica e altro. Nel corso degli anni la sua primogenitura ha subito continui attacchi.
Sono stati almeno altri otto gli inventori della radio reclamati dai propri rispettivi Paesi, e non solo: Popov (Russia), Tesla, Edison, Hughes (America), Lodge (Inghilterra), Branly (Francia), Hertz (Germania), Jagadish Chandra Bose (India). Per ciascuno si potrebbero raccontare storie intriganti e ragionevolmente credibili. Per dirla in breve, la competizione tra di loro non è del tutto sopita.