CURIOSANDO SU MARCONI – ANCHE MARCONI HA LA SUA BEATRICE

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ANCHE MARCONI HA LA SUA BEATRICE

Pubblicato da  Arteventi news il  29 Ottobre 2023

Beatrice O’Brien è nata il 23 dicembre 1882. Era la figlia di Edward Donough O’Brien, quindicesimo Lord lnchiquin, discendente impoverito di Brien Boru, re guerriero d’Irlanda.

Entrò nella vita di Guglielmo Marconi in un momento particolarmente intenso della vita dell’inventore: stava proseguendo gli esperimenti a ritmo forsennato, puntando sulla sempre maggiore distanza di comunicazione del suo telegrafo senza fili.

Guglielmo, a fine 1904, si sentiva particolarmente in colpa perché la bilancia della sua vita stava pendendo troppo verso il piatto della telegrafia senza fili, alzando vertiginosamente quello della vita privata. Beatrice, già aveva conoscenza di Guglielmo ma ebbe modo di approfondirla alla fine del 1904. In quel periodo lui stava sulla costa meridionale dell’Inghilterra, sempre per lavoro. Di fronte al porto c’è una graziosa isoletta, piena di boschi, dove svetta un antico maniero, di proprietà dei ricchi signori olandesi Van Realte. Qui, durante le festività natalizie, ebbero modo di vedersi e, con la complicità del clima e la serenità del luogo, si crearono le condizioni affinché dal loro incontro potesse nascesse qualcosa di più serio. Un mese dopo già si parlava di nozze. L’accelerazione stupì molti e non trovò unanimi consensi. In primis la famiglia di Beatrice, anglicana, disapprovava Guglielmo almeno per due motivi: non era nobile e per di più straniero. Ma pian piano le cose si appianarono.

E venne il gran giorno. Il 16 marzo 1905 Beatrice convolò a nozze con Guglielmo nella chiesa cattolica londinese di San Giorgio in Hanover Square. La notizia ebbe tutto il risalto che meritava.

Appena dopo il matrimonio passò la prima parte della sua luna di miele nel Castello di Dromoland, nella Contea di Clare in Irlanda, di proprietà dei baroni O’Brien.

Tuttavia non riuscì a tenere a lungo il proprio consorte lontano dalle onde elettromagnetiche e, poco più di un mese dopo, alle fine del mese di aprile, partì insieme a lui per l’America a bordo del piroscafo Campania. Qui ebbe modo di conoscere meglio la maniacalità per la precisione di Guglielmo quando lo vide tappezzare la cabina con una grande quantità di orologi caricati alla stessa ora di cui controllava di tanto in tanto il ritardo o l’anticipo rispetto al cronometro di bordo.

Dopo una breve e piacevolissima sosta a New York Beatrice seguì il marito a Glace Bay, comunità nella parte orientale del Comune di Cape Breton in Nuova Scozia, Canada. Era la parte situata più ad est del Canada e si prestava ad accogliere e trasmettere i segnali da e per l’Europa.

Purtroppo ad una suggestiva partenza è seguita una difficile convivenza ed un triste epilogo: le incomprensioni, sempre più manifeste, li indussero a lasciarsi.

In diciannove anni erano nati tre figli, Guglielmo aveva ricevuto il premio Nobel, si erano intensificati i rapporti con i Reali d’Italia, Inghilterra ed altro ancora, aveva acquistato ed equipaggiato la nave Elettra. Bea e famiglia, pur sentitasi sballottata in lungo ed in largo, ha sempre mantenuto le condizioni emotive affinché il marito non penasse troppo per la ruggine che prima in superficie, e poi non solo, stava erodendo il loro rapporto. Ha assecondato il marito non solo nel divorzio ma anche nelle modalità, non ultimo l’annullamento a cura della Sacra Rota. Ha mantenuto quel rapporto di lealtà con Guglielmo che le è valso il ruolo di confidente “honoris causa”. Questo può aver influito molto nel rapporto con suo marito, moltissimo per lo sviluppo della telegrafia senza fili.

Grazie di tutto, Bea!

Umberto Alunni

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