IL GIRO D’ITALIA E LA RADIO

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Pubblicato da  Arteventi news il  17 Maggio 2019

La radiocronaca del giro d’Italia formava una delle più grandi attrattive d’attualità per moltitudini di radioamatori. La radiomobile dell’EIAR era accompagnata dal desiderio intenso e vigile dei tifosi del ciclismo. Con queste intenzioni, nel maggio del 1935, esordiva un articolo su stampa specializzata proponendo di fare il XXIII Giro Ciclistico d’Italia a cavallo non di una scomoda bicicletta ma di ben più rilassanti onde elettromagnetiche.

Nessuna buca, nessun tubolare spaccato, ma solo il piacere di seguire la competizione comodamente da casa, o al bar, davanti alla radio. Tutti i giorni, alle ore 13,5 e alle ore 16,25 i milioni di sportivi sarebbero stati chiamati a raccolta dall’EIAR, che avrebbe raccontato brevemente le impressioni degli esperti radiocronisti.

All’arrivo si sarebbero affrettati a trasmettere l’ordine di arrivo ai trepidanti appassionati che, da casa e dalle migliaia di circoli e bar di paese, altro non attendevano per far scoppiare la propria gioia o delusione attizzando commenti e grida, figli della più accanita rivalità. Quanti pugni sui tavolini, quante battute e quante parolacce!

Una gara appassionante, nobile, pulita, in grado di trascinare nella passione gli ansiosi sportivi che, almeno per qualche mezz’ora, si allontanavano dalle problematiche di tutti i giorni. Forse qualcuno si immedesimava nella corsa al punto da individuarvi la propria vita.

La radio, con la sua generosità, e la sua sempre più efficace tecnologia, aveva pensato anche a questo e correva silenziosamente al seguito del Giro trasmettendo risultati e, forse, anche speranze.