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Ipnotismo radiofonico
Pubblicato da Arteventi news il 19 Aprile 2020Categorie Tags
L’argomento è sicuramente particolare e, mai come in questo caso, passibile di differenti interpretazioni. Ovviamente non tratteremo l’ipnosi né da un punto di vista scientifico né da altri punti di vista. Tuttavia, per poter raccontare un divertente episodio, che coinvolge radio e ipnosi, abbiamo bisogno di qualche pastiglia informativa.
Sembrerebbe che la voce di un ipnotizzatore possa essere convertita in una gamma d’ultrasuoni mediante un modificatore vocale telefonico modificato e, quindi, nulla precluderebbe ad un’ipnosi inconsapevole a priori, di nascosto, senza lasciare la minima prova. Le radio e le televisioni attuali sarebbero in grado di trasmettere messaggi ad ultrasuoni tali da poter essere sentiti dal cervello umano (sebbene non dall’orecchio) e tali da essere efficaci vettori d’ipnosi. Questa tecnologia, secondo alcune fonti informative, sarebbe disponibile fin dalla metà degli anni ’70. E veniamo all’episodio clou.
Una rivista specializzata raccontava, in un articolo, un singolare esperimento per radio. Due soggetti sono stati addormentati per suggestione radiofonica alla distanza di 160 chilometri dal prof. Gherardo Fitzgilbons. L’articolo era corredato da un’immagine del fenomeno. A destra si vede l’operatore che manovra l’apparecchio ricevente. A sinistra due medici fanno delle “punture” sulle braccia dei due volontari, senza che le sentano. Altra particolarità non di poco conto: siamo nel 1927, mezzo secolo prima che detta tecnologia, a detta di taluni, fosse disponibile. Ma di scettici ce ne sono ben troppi. Quindi vogliamo credere a chi ha riportato la notizia magari ipotizzando che l’ipnosi, ultrasuoni a parte, sia stata favorita anche da un pasto ricco di carboidrati e un programma radiofonico particolarmente noioso.
Umberto Alunni