LA RADIO E’ INSEQUESTRABILE

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La radio è insequestrabile

Pubblicato da  Arteventi news il  12 Luglio 2020

Le attuali disposizioni normative prevedono che alcuni beni non sono pignorabili, vale a dire che, pur sussistendone le condizioni oggettive, non possono comunque essere sottratti alla fruizione del cittadino considerata la loro importanza. Nell’attuale ordinamento ricordiamo, tra gli altri, la fede nuziale, vestiti e biancheria, i letti, i tavoli per la consumazione dei pasti con le relative sedie, gli armadi guardaroba. E la radio? Non ne viene fatta espressa menzione. Facendo un salto all’indietro, di ben 90 anni, una rivista evidenziava che il governo danese aveva deciso che gli apparecchi radio non potevano essere sequestrati dalla giustizia, così come già deciso in Germania. L’articolo proseguiva facendo presente che la camera di Commercio del Wuttemberg pubblicava un rapporto secondo il quale la radio era indispensabile all’espletamento del lavoro del paesano per ricevere corsi e mercati. In un altro caso il tribunale di Berlino decretava la radio come oggetto indispensabile alla casa. Essendo stato sequestrato un apparecchio costruito da un dilettante, il tribunale lo ha fatto restituire per il principio di indispensabilità e anche perché, venduto ad asta pubblica, non avrebbe potuto essere pagato ad un valore corrispondente al lavoro fornito dal costruttore.

Da un articolo di qualche anno dopo un ulteriore rafforzativo: a Francoforte sul Meno il tribunale ha rilasciato ad un povero diavolo di radiofilo, assieme al letto, una sedia, quattro manuali Hoepli e un dizionario, anche l’apparecchio radioricevitore che l’usciere gli aveva sequestrato. Ciò è avvenuto dopo un accorato appello, a cura del malcapitato, la cui paura di perdere la radio lo aveva improvvisato oratore. Queste le battute finali dell’arringa:

“Se la legge ammette che avendo perduto tutto io possa ancora stendere le ossa nel mio letto (il letto era già insequestrabile. ndr), a più ragione devo ammettere il mio diritto a rinfrancare l’anima. E non può esser la legge a scegliere fra la salute del mio corpo e quella della mia anima, qualora non si sentisse tanto misericordievole da prendere in seria considerazione l’una e l’altra. In questo caso, signor Presidente, sono io che cedo il letto per tenermi la radio!”

Dopo due ore di dibattito, cereo come un Cristo crocifisso, il giudice pronunciò la sentenza: La radio è insequestrabile perché necessaria.

Come dargli torto?

Umberto Alunni

L’articolo è stato ripreso da Google.news