LA RADIO PER BICICLETTA

LA RADIO PER BICICLETTA

Pubblicato da  Umberto Alunni il  21 Aprile 2024

La bicicletta, come la radio, esprime un grande senso di libertà. Questa comunità di intenti le ha messe insieme da tempo immemore. Le due ruote hanno preceduto le radio di consumo di vari decenni ma, non appena possibile tecnicamente, hanno iniziato a sperimentare il connubio. Una rivista americana del 1934 descrive in dettaglio il montaggio di una delle prime radio a valvole a vuoto insieme alle batterie su una bicicletta, fornendo istruzioni per la costruzione e il montaggio di un’antenna a telaio sulla parte superiore della radio. Quest’ultima non era abbastanza potente per alimentare un altoparlante e il pilota doveva indossare le cuffie. Alcune sperimentazioni erano già state fatte negli anni ’20.

Alla fine degli anni ’30 Motorola fu incaricata di costruire radio che potessero essere montate sulle biciclette dei poliziotti. Gli apparecchi erano sintonizzati appositamente per captare le trasmissioni su una frequenza predeterminata della polizia. Espandendo questa idea Motorola, nel 1939, introdusse il modello di radio da bicicletta B-150. Poteva sintonizzare l’intera trasmissione della banda AM ed è stato commercializzato al grande pubblico sia attraverso negozi di radio che di biciclette.

Il Motorola B-150 era una radio a tre valvole a vuoto con un pacco batteria separato, progettato per bloccarsi verso il basso. Il tubo della bicicletta e l’antenna a frusta potevano essere piegati in avanti e agganciati al parafango anteriore. La radio era di colore rosso brillante con un panno blu per la griglia dell’altoparlante. Ha anche avuto una testimonial di eccezione: Rita Hayworth.

Dopo la seconda guerra mondiale, le radio per biciclette a tubo a vuoto prodotte offrivano pacchi batteria più piccoli o avevano le batterie installate all’interno della custodia della radio.

Un interessante progetto è stato sviluppato dalla Huffman, fabbrica in Ohio: la Huffy Radio Bike. E’ stata prodotta dal 1955 al 1958 in 8.500 esemplari. Aveva una radio integrata nel serbatoio, funzionante con tre valvole, con un pacco batteria sul portapacchi posteriore. Era disponibile in rosso, blu e verde. Si intuisce che il rosso sia stato il colore più popolare poiché la maggior parte dei sopravvissuti sono rossi.

Verso la fine degli anni ’50 i transistor stavano sostituendo le valvole termoioniche nelle radio per biciclette e, oltre alle dimensioni più piccole, iniziarono ad apparire caratteristiche come antenne interne in ferrite, fari integrati e clacson.

Andando avanti negli anni il progresso tecnologico ha incrementato il numero di radio bike ma, inesorabilmente, ne ha diminuito l’esclusivo piacere di possederne una.

Umberto Alunni

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