PARENTI ALLA RADIO: NONNO RADIO

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Parenti al microfono: nonno radio

Pubblicato da  Arteventi news il  11 Agosto 2020Categorie Tags 

La prima trasmissione radiofonica italiana è datata 6 ottobre 1924. Un anno prima la riforma Gentile, nel rivoluzionare il sistema scolastico, introdusse l’obbligo fino a 14 anni e proibì il lavoro al di sotto di quella soglia. La radio venne individuata quale strumento con un’importante funzione educativa in grado di ridurre, se non sconfiggere, l’analfabetismo. Per questo i palinsesti radiofonici accolsero anche trasmissioni per l’infanzia e la gioventù. Nel 1926 il prof. Cesare Ferri, chiamato dal Presidente dell’Unione Radiofonica Italiana a dirigere e sorvegliare le trasmissioni che la stazione emittente di Roma intendeva dedicare all’infanzia e all’adolescenza, ebbe la felice intuizione del “Giornalino radiofonico del fanciullo”. Dopo averla esposta al Duce, del quale era amico, ottenne l’approvazione per portarla a compimento. La trasmissione occupava la fascia pomeridiana, dalle 17 in poi, dal lunedì al sabato. Ospitava rubriche fisse come “Breve esordio di carattere patriottico ed educativo”, “Notizie”, “Il consiglio igienico”, “Lo spunto religioso”, letture ricreative di romanzi a puntate, fiabe per i più piccoli. Il successo del prof Ferri passò per la sua abilità nella personalizzazione del rapporto con i suoi giovani ascoltatori. Ferri divenne Nonno Radio, affiancato da Zia Radio (Maria Luisa Boncompagni) e gli ascoltatori, chiamati affettuosamente Radio Nipoti, a loro volta si distribuirono in 4 categorie di età: pulcini, fino a 7 anni, piccoli, dai 7 ai 10, giovanissimi, dai 10 ai 15 e grandi oltre i 15.

Nonno radio aveva ideato e realizzato una rete fidelizzante tra la “nipoteria” e lo staff radiofonico. Anche gli adulti potevano partecipare alla trasmissione e collaborare con il conduttore semplicemente iscrivendosi al Patronato del Giornalino del Fanciullo.Era prevista una tessera gratuita di iscrizione per i radio nipoti che consentiva la partecipazione alle varie iniziative tempo per tempo pianificate: gite, raduni e quant’altro. Tramite corrispondenza si potevano avvicinare i singoli ascoltatori, venire a conoscenza dei loro risultati scolastici, atti di coraggio e di bontà. Insomma, una vera e propria community. Il programma andò avanti per vari anni arricchendosi di contenuti e nuove idee, fino a diventare uno dei programmi più caratterizzanti di URI e poi EIAR. Tecnologia e intuito si stavano attrezzando per qualificare al meglio l’offerta radiofonica.

Umberto Alunni

(L’articolo è stato ripreso da google.news)