UNA RADIO NEL CAPPELLO

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Una radio nel cappello

Pubblicato da  Laura Filoni il  24 Settembre 2023

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radio nel cappello

I fantasiosi sono sempre presenti. Lo dimostrano le tante invenzioni ed applicazioni che si possono trovare consultando riviste specializzate. Tornando a tre quarti di secolo fa la rivista “Scienze e Vita” proponeva un curioso articolo in merito ad una radio. Non una normale radio ma un ricevitore inserito in un cappello da donna. Era posto in vendita in America allo stesso prezzo di un comune cappello di feltro. Pesava 350 grammi. Era sormontato da un telaio orientabile che faceva da collettore di onde radio e avvolgimento di sintonia al tempo stesso. Funzionava con due valvole ed una manopola di sintonia posta anteriormente. Sotto la falda di sinistra era posizionato un piccolo altoparlante che aderiva all’orecchio. L’alimentazione era assicurata da due batterie, una da 22,5 v e l’altra da 1,5 v per l’accensione dei filamenti delle valvole.  Le batterie, del peso di 240 grammi, si potevano alloggiare in tasca. Erano collegate all’apparato sovrastante tramite in cavetto a tre conduttori, lungo 90 cm. Il “radiocappello” lasciava libere le mani e consentiva la ricezione delle trasmissioni locali in onde medie con ottima selettività.

Nella pubblicità dell’epoca la signora che indossa il radiocappello non sembra particolarmente convinta. Le motivazioni potrebbero essere di vario tipo. Magari poteva non gradire quelle protuberanze sul cappello, poste proprio all’altezza della fronte: più che dei componenti elettronici potevano lasciar presagire problematiche di fedeltà coniugale.

Oppure accusava il mal di testa per il peso del radio cappello.

In ogni caso tutto si poteva risolvere, magari indossandolo solo quando andava a spasso con il proprio partner e avendo sempre a portata di tasca, oltre alle pile, anche delle aspirine.

Umberto Alunni

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