ANNI TRENTA L’AMMIRAGLIO BYRD IL CAVALIERE DELLA RADIO

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Anni trenta: l’ammiraglio Byrd, il cavaliere della radio

Pubblicato da  Arteventi news il  28 Agosto 2022

Ci può essere un limite all’ottimismo e all’eroismo? Forse dopo aver letto questo articolo potremmo propendere per il no o, al limite, se ne uscirà con qualche dubbio in più. Veniamo ai fatti.

A metà degli anni ’30 l’ammiraglio americano Byrd venne soprannominato “il cavaliere della radio” e “tutto va bene”. Quest’uomo diffuse tutti i giorni, anche in situazioni drammatiche, le tre parole “tutto va bene” quasi fosse un mantra. La sua spedizione era installata tra i ghiacci del Polo Sud ed era composta da sessanta uomini. Il suo eroismo iniziò quando, convinto che la vicinanza del mare potesse disturbare le sue ricerche scientifiche, decise di installarsi a duecento chilometri di distanza verso sud. Risultato: un uomo solo nel deserto bianco del polo sud, con una radio e pochi libri.

La situazione si aggravò per una ferita alla spalla. Dato che le disgrazie non vengono mai sole, fu la volta della rottura della stufa, che minacciava di asfissiare l’uomo ed incendiare la sua capanna. L’uomo si ammalò. Tutti i giorni di permanenza trovò la forza per avvicinarsi alla sua radio, ma non per chiedere soccorso. Sapeva che una missione avrebbe contribuito a far rischiare vite umane e, pertanto, una volta brandito il microfono pronunciava la stessa frase: “tutto va bene”. Tuttavia gli amici compresero che qualcosa non andava e, senza preannuncio, organizzarono una spedizione, seppur non richiesta. Trovarono un vecchio malandato il quale, seppur avendo sottomano il mezzo per essere soccorso, non lo utilizzò per grande abnegazione.

L’America, per omaggiarlo, battezzò Byrd “Tutto va bene”, in onore della frase ispirata dal suo coraggio sovrumano.

Umberto Alunni

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