CURIOSANDO SU MARCONI – VILLA GRIFFONE E LA COLLINA DEI CELESTINI

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CURIOSANDO SU MARCONI – VILLA GRIFFONE E LA COLLINA DEI CELESTINI

Pubblicato da  Arteventi news il  27 Dicembre 2023

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Guglielmo Marconi aveva già sperimentato la radio outdoor, nel giardino di Villa Griffone. Il collegamento tra due punti a centinaia di metri di distanza, visibili tra di loro, faceva ben sperare. Per andare oltre aveva bisogno di verificare se, e in che modo, le onde elettromagnetiche potessero superare degli ostacoli fisici e collegare due punti non visibili.

“La mia invenzione non avrebbe avuto grande importanza se non fosse servita a rendere possibile le trasmissioni attraverso ostacoli naturali come colline e montagne. Pregai allora mio fratello Alfonso di portare con l’aiuto di un nostro colono l’apparecchio ricevitore con la relativa antenna e presa di terra al di l° della collina, che era di fronte alla Villa Griffone. Nelle esperienze condotte fino ad allora fra località visibili, mio fratello mi dava notizia del funzionamento dell’apparecchio ricevitore facendomi dei segnali convenzionali con un fazzoletto legato ad un bastone di legno. Ma dovendosi eseguire delle esperienze in località fra loro invisibili occorreva altro sistema di segnalazione. A tale scopo mio fratello si armò di un fucile da caccia e mi disse:”

“Se il ricevitore funzionerà ancora al di là della collina sparerò un colpo di fucile”.

“Sta bene – risposi io – e con lo sguardo seguii il cammino di mio fratello sino a quando non lo vidi sparire dietro la cima della collina. Dopo qualche minuto ripresi la trasmissione manipolando la chiave Morse collegata al rocchetto di Ruhmkorff. A un tratto il colpo di fucile echeggiò nella valle. Il successo della mia invenzione era assicurato”.

Ho preferito lasciare il commento all’attore principale, tratto dalla biografia autorizzata curata dal marchese Solari, segretario dello stesso Marconi. Nella pubblicazione “Marconi mio padre” scritto dalla figlia Degna si scorgono altri particolari. Occorrevano venti muniti per posizionarsi al di là della collina, chiamata dei Celestini. Saranno sicuramente stati venti interminabili minuti per Guglielmo, che non vedeva l’ora di verificare le sue intuizioni. In questa stupenda esperienza, consumatasi nell’autunno del 1895, erano coinvolte altre persone oltre Guglielmo ed il fratello Alfonso. Insieme a quest’ultimo che portava l’apparato ricevitore, c’era il contadino Mignani ed il falegname Vornelli che portava l’antenna. Non va dimenticato il fedele garzone Antonio Marchi, l’unico che ha sempre creduto sin dall’inizio nelle capacità del suo padrone, per lui sempre “al signurin”. Dopo qualche minuto di attesa iniziò per Guglielmo la febbrile manovra sul tasto Morse collegato al rocchetto di Ruhmkorff. Dopo una serie di prove, in lontananza, uno sparo echeggiò nella valle. Quello sparo non solo ha squarciato il silenzio della bellissima collina dei Celestini ma ha segnato l’avvio della modernità e del progresso.

Guglielmo aveva visto giusto e, pur consapevole che la strada sarebbe stata tutta in salita, stava incassando comunque un’importante vittoria.

Umberto Alunni

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