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Radio e politica di altri tempi
Pubblicato da Arteventi news il 17 Dicembre 2023
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La radio, inteso come strumento di comunicazione e divulgazione, da sempre è stata innervata con la politica. Non dimentichiamo che il vero e proprio regolare servizio di radiodiffusione è iniziato il 2 novembre 1920, quando da Pittsburg, la vecchia stazione Westinghouse di Conrad, che ha cambiato sigla diventando KDKA, trasmetteva, sulla lunghezza d’onda di 360 metri e la potenza di 100 watt, la radiocronaca politica delle elezioni presidenziali che ha visto contrapporsi le candidature di James Cox e Warren Harding. Le notizie della lotta tra i due candidati, sublimate nella vittoria di Harding, sono state ascoltate in quasi tutti gli States grazie anche all’antenna trasmittente fissata ad un pallone frenato. Il connubio si è riverberato negli anni a venire con utilizzi e risultati di vario genere. Un interessante articolo del 1933, apparso sul RADIOCORRIERE, ha focalizzato l’attenzione sui media americani i quali, dopo l’esperienza radiofonica delle ultime elezioni presidenziali, si sono resi conto che i politici stavano utilizzando in modo pessimo il meraviglioso strumento di propaganda che avevano a disposizione. Sempre secondo i media, questi personaggi avevano avuto il torto di impostare una strategia comunicativa “moto proprio”, senza consultare professionisti del settore, che già da allora si stavano affermando sul mercato, specie in America. Con questa leggerezza avevano commesso errori imperdonabili in grado di urtare la suscettibilità degli ascoltatori, abituati a conferenzieri esperti e provetti. I discorsi trasmessi sono risultati in gran parte troppo prolissi, superando i tempi previsti. Ciò ha indisposto i radio abbonati, molti dei quali si sono vendicati nell’unico luogo ad essi consentito: la cabina elettorale.
Umberto Alunni
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