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Gli ascoltatori non sanno usare la radio
Pubblicato da Arteventi news il 20 Agosto 2023
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Nel 1937 la radio inglese lanciava un preoccupante allarme: i radioascoltatori stavano perdendo la manualità verso gli apparecchi radio rischiando, alla lunga, di non saperli più usare.
La tecnologia stava evolvendo rendendo sempre meno complicato l’utilizzo degli apparati. Per i fabbricanti e venditori questo aspetto contribuiva ad aumentare le vendite, estendendo il target dei potenziali utenti radiofonici. I puristi si preoccupavano per la perdita media di competenze in capo al singolo ascoltatore.
Ormai bastava collegare la radio alla rete elettrica, scegliere la gamma d’onda, la stazione e posizionare il volume. Tutto qui. Cosa ben diversa dei precedenti apparecchi a reazione per il cui ascolto occorreva governare un bel po’ di manopole. Si lamentava il fatto che gli ascoltatori d’altri tempi, non a caso denominati “radioamatori”, erano pochi ma tutti fortemente preparati ed appassionati. La semplicità d’uso rendeva passivo l’utilizzo della radio la radio, simile al grammofono. Il commentatore della radio inglese lamentava che il parterre degli ascoltatori si stava popolando sempre più di “girabottoni semplicisti” con conseguente perdita dei “radioamatori autentici”. Per drenare questa dinamica proponeva che si tenessero delle conferenze esplicative sull’uso e funzionalità dell’apparecchio radio e che la loro vendita fosse integrate dalla pubblicazione di manualetti tecnici. Ma soprattutto suggeriva che i commercianti e fabbricanti non si limitassero a dire “è facile a maneggiarsi” solo per vendere più prodotti ma che dovessero ben spiegare i segreti dell’apparecchio. Secondo loro queste accortezze avrebbero avvicinato venditori e compratori e tenuto alto il livello qualitativo del radio ascoltatore.
Umberto Alunni
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