Pubblicato da Arteventi news il 8 Febbraio 2019
“Una nuova iniziativa volta a valorizzare la canzone italiana è stata recentemente promossa dalla RAI e avrà, questa settimana, la sua realizzazione conclusiva. L’intento principale è quello di promuovere un elevamento nel campo della musica leggera italiana, compatibilmente con i presupposti popolari propri del genere in sé stesso”. Il Radiocorriere numero 5 del 1951 commentava in questo modo il primo festival di Sanremo, dedicandogli appena un articoletto a mezza pagina.
Durava tre giorni, Alla radio si poteva ascoltare dalle 22 alle 22,45 e riprendere dalle 23,30 per un’altra mezz’ora. Quell’anno vinse Nilla Pizzi all’insegna delle polemiche per l’esclusione della canzone Ho pianto solo una volta di Olivieri-Pinchi, anticipatore di tensioni ben più significative negli anni a venire.
Già dall’anno successivo la stessa rivista dedicò la copertina all’iniziativa e qualche riflessione in più. Ma il tempo di ascolto era sostanzialmente il medesimo. In ogni caso il tritacarne mediatico stava prendendo corpo alimentando i sogni e le speranze dei tanti giovani che, appena usciti dalla guerra, almeno per tre sere, con l’ascolto alla radio, venivano trasportati in una sorta di Truman show dove l’amore ed il benessere enunciato nelle canzoni non avrebbe conosciuto ostacoli né confini. Sanremo ha stimolato energicamente l’industria discografica.
Forse, pur indirettamente, può essere additato anche per un’altra responsabilità: l’avvio del baby boom!