IL RADIO CAMALEONTE

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Pubblicato da  Arteventi news il  19 Luglio 2019

Il mimetismo è quel fenomeno per cui alcuni animali tendono a prendere i colori e le sembianze che hanno una certa identità con l’ambiente in cui vivono, non sempre a scopo di difesa. Ma cosa c’entra con la radio? C’entra, c’entra perché alcuni suoi possessori sentivano l’esigenza di godere delle potenzialità dell’apparecchio ma, al tempo stesso, ritenevano opportuno nascondere, o intonare, la forma esterna del ricevitore nell’ambiente a cui era destinato.

Facciamo un esempio riferendoci ai primissimi anni di radio trasmissioni, dal 1924 a fine decennio. Qualora si fosse deciso di inserire la radio in un salotto stile antico, come si sarebbe potuto conciliare l’insieme nero lucente dell’apparato con tutti i suoi accessori (antenna a pantografo, batteria e altoparlante)? L’effetto potrebbe essere stato stridente, una vera e propria profanazione dell’ambiente circostante.

Ecco allora entrare in funzione il mimetismo: uno scrignetto in stile per accogliere l’apparecchio, in grado di mettere pace nello spirito inquieto del più intransigente degli esteti. Vi si sarebbe nascosta anche la batteria. Rimanevano fuori altoparlante e antenna, da posizionare in luoghi meno visibili. Per l’antenna il nascondiglio più utilizzato era dietro un quadro, per l’altoparlante dietro un paralume. Ma senza amore di stile, od altre necessità estetiche, si poteva racchiudere l’apparecchio in un’etagere, una finta libreria o altro mobile disponibile.

È il caso di domandarsi: era proprio indispensabile nascondere l’apparecchio? Manie, manie anche quelle. C’era chi nascondeva il termosifone, le condutture elettriche, il telefono. Perché non tenere conto dei maniaci del mimetismo radiofonico?