USO ALTERNATIVO DELLA RADIO

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Pubblicato da  Arteventi news il  21 Marzo 2019

Negli anni ’30 le riviste specializzate sulle radio ogni tanto si lasciavano andare. In uno di quei casi veniva affrontato l’uso alternativo della radio alla sua funzionalità classica dell’ascolto. Il podio era spettato ad una brava massaia che poteva “affrittellare” le uova sul suo apparecchio a sei valvole. L’effetto era così rapido e non aveva il tempo di metterci il sale che le uova erano già cotte e pronte per l’uso.

Con un apparecchio radio si sarebbe potuto elettrizzare la moglie, fulminare la suocera e farsi mandare in paradiso da tutti i vicini. Era previsto anche un rimedio alla sordità. Sarebbe bastato connettere l’altoparlante alla presa di ingresso del giradischi, posta sul retro della maggior parte delle radio, e la cuffia all’altoparlante. L’interlocutore, parlando dinanzi l’altoparlante, sarebbe stato distintamente udito dalla persona sorda munita di cuffia.

Il dottor Roberto Morche, che ha fatto la scoperta di questo nuovo modo di utilizzare un ricevitore, era sordo dalla nascita. Non aveva mai lodato l’invenzione della radio come dal giorno in cui, con quelle poche connessioni, era riuscito a risentire le voci dei suoi cari dopo circa venti anni di oblio.

Agli ascoltatori dell’epoca, dopo queste “non banali” dissertazioni, si sarebbe potuto suggerire un’altra estasiante modalità alternativa di utilizzo della radio, senza bisogno di competenze particolari né di interventi straordinari: quella di generatore di silenzi, semplicemente ruotando verso lo zero la manopola del volume.